Il coronavirus costerà oltre 100 miliardi di euro al settore dei beni personali di lusso, un costo che equivale a più di un terzo del valore di mercato dell’intero comparto.
A prevederlo è Boston consulting group in un report realizzato insieme a Bernstein, che ha interpellato amministratori delegati e cfo del settore del lusso per sapere come i marchi stanno reagendo alla crisi e quali sono le loro aspettative di impatto economico.
Chi guida le principali società del settore prevede un calo del 30% delle vendite, una stima rivista al ribasso nelle ultime settimane a seguito della diffusione del coronavirus a tutta Europa e agli Stati Uniti. A febbraio, infatti, si prevedeva un calo dei ricavi globali di circa il 10%.
I livelli pre-crisi, secondo la maggioranza degli intervistati, si raggiungeranno nel 2022, mentre il 43% ritiene dei ceo e dei cfo è più ottimista e crede che la ripresa si avrà entro il 2021. Oltre il 50% dei manager crede che serviranno dai sei ai 12 mesi perché la situazione si normalizzi. Più pessimista il 7% del campione, che ritiene invece che servirà più di un anno.
Il Covid-19 avrà un forte impatto sul margine operativo lordo (Ebitda) del 40%, equivalente a circa 30 miliardi di euro, secondo i dirigenti e di oltre il 70% per BGC pari a 56-58 miliardi di euro.
Secondo la società di consulenza, per le aziende del settore, la perdita di liquidità sarà fino a 70-72 miliardi, mentre rimarrà merce invenduta per 105 milioni di pezzi.