Barbara Levi: ‘La mia priorità sono le persone’

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di mercedes galán

Una donna che si è fatta da sé. È questo Barbara Levi (nella foto), group general counsel e membro del group executive board di UBS. Ha iniziato a studiare giurisprudenza quasi senza volerlo e ha finito per appassionarsi alla legge, raggiungendo i vertici. Sua madre e la sua insegnante di filosofia del liceo le hanno trasmesso i valori dell’impegno e del sacrificio, dell’indipendenza e dell’onestà intellettuale, che poi ha difeso nel corso della sua carriera. Avere un impatto positivo sugli altri e ispirare i giovani appena entrati nel mondo del lavoro a raggiungere i propri sogni è ciò che la motiva. Ha un carattere amichevole e non nasconde la sua devozione alla famiglia: un marito, quattro figli e un cane. È una leader per natura.

Ha sempre voluto fare l’avvocato?
All’inizio non volevo fare l’avvocato. Quando si è giovani non si sa bene cosa si vuole fare. Proprio per questo mi sono iscritta a giurisprudenza, perché pensavo fosse un’area di studi abbastanza ampia e che potesse darmi la possibilità di decidere in un secondo momento. E poi a un certo punto mi sono innamorata della legge. Mentre studiavo, mi sono appassionata. Ho studiato in Italia e la mia prima aspirazione era quella di diventare notaio, ma dopo aver iniziato ho capito che non era quello che volevo fare realmente. Volevo scoprire il mondo e sentivo che mi stavo limitando. Sono sempre stata una persona con una grande curiosità e voglia di imparare.

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Come organizza il suo lavoro di general counsel?
Come general counsel mi piace lavorare a stretto contatto col mio team. La mia priorità sono le persone, gli individui. Mi piace vedere i miei collaboratori crescere e fare carriera.

Come definirebbe il suo stile di management?
Forse dovreste chiederlo al mio team! In genere mi fido delle persone e le metto in condizione di fare il proprio lavoro. Considero il mio ruolo quello di aiutarle a crescere e a brillare. Sono una manager da “cosa posso fare per sostenerti?”.

Il team in house si affida alle consulenze degli studi legali? Come selezionate i vostri consulenti esterni?
Naturalmente collaboriamo con gli studi legali. Ho la fortuna di aver sempre avuto ottimi giuristi d’impresa; quindi, non mi sono mai rivolta all’esterno per una mancanza di talento interno. Ci affidiamo agli studi legali per questioni specifiche e, in generale, selezioniamo i consulenti in base a diversi criteri, tra cui la competenza, la diversità, l’innovazione (sia in termini di accordi alternativi sulle tariffe che di tecnologia) e, naturalmente, la reputazione e le raccomandazioni di altri colleghi.

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Una donna ai vertici in un settore largamente dominato dagli uomini è già una conquista. Come definirebbe il suo percorso di carriera?
Non ho mai considerato uno svantaggio essere donna, né mi sono mai sentita svantaggiata, anche se è vero che si tratta di un settore dominato dagli uomini. Ho lavorato duramente e sono molto orgogliosa di quanto ho fatto. Sicuramente ho avuto anche un po’ di fortuna, ma ho sempre avuto la possibilità di lavorare con persone che mi hanno davvero sostenuto. Per questo oggi è così importante per me sostenere i giovani talenti nella crescita e nella valutazione delle loro opportunità. Sento che è arrivato il momento di “restituire” ciò che ho ricevuto.

Lei è un esempio di come una donna riesca a diventare un manager di successo tra gli avvocati di alto livello. Che consiglio darebbe ai giovani, soprattutto alle laureate in giurisprudenza che vogliono fare carriera?
Le racconto una storia. All’inizio della mia carriera, mi è stato detto che a un certo punto avrei dovuto scegliere tra il lavoro o la famiglia. Ho pensato che non fosse giusto. La domanda giusta secondo me era: come posso ottenere entrambe le cose? Bisogna riformulare le domande, pensare fuori dagli schemi e non autolimitarsi. Oggi sono madre di quattro figli e ho una carriera di successo. Quindi il mio consiglio è: il limite è il cielo, non permettete a nessuno di porvi dei limiti.

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