Avvocati in jeans… E se non fosse solo di venerdì?

È venerdì. Qualcuno di voi indossa dei jeans anche se è a lavoro? La tradizione americana del Casual Friday, la regola per cui di venerdì si può andare in ufficio con un look più informale, è arrivata anche da noi in Italia, si sta diffondendo in diverse aziende e piano piano muove i suoi primi passi anche negli studi legali.

Ma chi lo dice che si può essere casual solo di venerdì? Martedì scorso lo studio legale internazionale Dechert ha comunicato ufficialmente di aver adottato un nuovo dress code, più inclusivo rispetto a indumenti generalmente considerati non appropriati al contesto in cui operano gli avvocati.

È così che lo studio ha messo nero su bianco che proprio tutti, professionisti e staff, potranno indossare i jeans in qualsiasi giorno della settimana, se lo desiderano.

«Ci auguriamo che questa nuova policy consenta alle nostre risorse di sentirsi più a proprio agio ed esprimere la propria individualità. La nostra cultura ci insegna che ci sentiamo al massimo delle nostre capacità quando riceviamo fiducia e ci viene data la possibilità di assistere i clienti con indipendenza. Crediamo che questo nuovo dress code contribuirà a far sì che i nostri talenti possano sentirsi al meglio tutti i giorni», ha dichiarato la Chief Talent and Human Resources Officer di Dechert Alison Bernard nel comunicato ufficiale distribuito dalla firm.

Lo studio ha però chiarito che professionisti e dipendenti dovranno continuare a vestirsi in maniera formale in caso di appuntamenti in tribunale, arbitrati, deposizioni o riunioni con i clienti che potrebbero non gradire. Molte aziende sono invece flessibili quando si parla di abbigliamento appropriato. Tra queste soprattutto le big della tecnologia e le startup, ma non mancano anche i grandi gruppi della finanza, come Goldman Sachs, che proprio di recente ha comunicato la sua elasticità in questo senso.

In sostanza, basta adeguarsi alle situazioni e agli interlocutori, evitando di risultare inadeguati agli occhi altrui. Del resto, flessibilità è la parola chiave nel mondo del lavoro di oggi, perché non dovrebbe esserlo anche con riferimento al modo di vestirsi? Se il trend è quello poi di prestare più attenzione alla “diversità”, perché non dare spazio anche alla “libertà” visto che, tutto sommato, siamo tutti adulti? E poi, scusate se cito la saggezza popolare, ma calza a pennello: l’abito non fa il monaco. Cosa ne pensate voi?

Gennaro Di Vittorio

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