Assunzioni nel mercato legale in house: i candidati sono pochi e reticenti

Come sono andate le assunzioni nel mercato legale in house nei mesi di aprile, maggio e giugno? Secondo l’ultima ricerca condotta da Nicoletta Ravidà (nella foto in basso), director e head of southern Europe di Taylor Root, il trend positivo delle assunzioni iniziato nel primo trimestre è proseguito per tutto il secondo trimestre del 2023. Il mercato rimane quindi attivo e ciò si riflette nel fatto che i tassi di disoccupazione in Italia sono in calo. I settori che hanno registrato il maggior numero di assunzioni in ambito legale sono stati le energie rinnovabili, life sciences e beni di largo consumo. La maggior parte delle offerte di lavoro ha riguardato legali di medio livello, anche se non sono mancate offerte per ruoli di head of legal.

Nicoletta Ravidà conferma dunque che si tratta di un momento favorevole per gli avvocati desiderosi di affrontare una nuova sfida e di fare un passo avanti nella loro carriera, sia dal punto di vista professionale che finanziario.

Candidati poco disposti a nuove avventure

Tuttavia, come nel primo trimestre dell’anno, i candidati continuano a non apprezzare l’idea di iniziare una nuova avventura spostandosi da un’azienda all’altra: le candidature online sono diminuite e, quando vengono contattati, i candidati sono timidi, quasi reticenti, a esplorare una nuova opportunità di lavoro. Questa è la sfida più grande che le aziende e gli studi legali devono affrontare nell’attuale mercato del reclutamento legale.

I candidati vogliono rimanere nella loro zona di comfort e non sempre vedono i vantaggi personali e professionali che un cambiamento di lavoro potrebbe portare loro in un mercato così vivace. In alcuni casi, come nei primi tre mesi del 2023, i candidati spendono tempo ed energie per affrontare un colloquio esaustivo, ma alla fine rifiutano l’offerta per una serie di motivi.

Le ragioni della reticenza

Ciò può essere spiegato in due modi: da un lato, i mesi del Covid-19 e i due anni successivi sono stati difficili per molti e ora è più facile (e comodo) rimanere in un’azienda di cui si conoscono l’ambiente e le dinamiche.

Un’altra ragione è che il contesto politico e finanziario globale non è rassicurante e i candidati ritengono più sicuro rimanere dove sono.

Questo si traduce in processi di reclutamento lunghi e complessi, in quanto le aziende e gli studi legali hanno difficoltà ad attrarre candidati. Ecco perché, concludo Ravidà, non solo l’offerta finanziaria deve essere competitiva e prevedere un buon 20% di aumento rispetto alla base attuale per il candidato desiderato, ma anche il ruolo e le prospettive a lungo termine devono essere interessanti.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

SHARE