AslaWomen porta in Italia due giuriste ghanesi
Le chiamano le “Leonesse d’Africa”. Ed è proprio come delle leonesse che le due giovani giuriste ghanesi dovranno tornare tra sei mesi nel loro Paese: pronte a lasciare la propria impronta nel mondo del diritto, e anche in quello dell’autodeterminazione femminile, dopo aver appreso tutto quello che un’esperienza internazionale può insegnare loro. È questo, infatti, l’obiettivo del programma di internship promosso da AslaWomen – il gruppo di lavoro costituito per sostenere e valorizzare le donne all’interno degli studi legali associati – e che è rivolto alle giovani avvocate dei Paesi emergenti.
LA CHANCE
Il senso del progetto è quello di dare una chance di crescita ai Paesi africani e soprattutto alle loro giuriste. Anche qui infatti le donne subiscono una forte disparità nelle possibilità di carriera rispetto ai loro colleghi uomini. Ma l’internship, rivela Simona Viola (nella foto) – membro di AslaWomen e partner dello studio legale GiusPubblicisti Associati – ha anche un valore politico: «L’idea è quella che delle professioniste più fortunate e affermate del mondo occidentale diano un’opportunità di eccellenza a chi è più svantaggiata di loro, restituendo così un po’ di quello che hanno ricevuto dalla vita. Si tratta, quindi, di un’iniziativa di solidarietà sociale in cui però non si donano soldi ma un’occasione».
“PRATICANTI” PER SEI MESI
L’occasione di fare, per sei mesi, un’esperienza di lavoro, proprio come una praticante qualsiasi, in studi legali affiliati ad Asla. Gli studi ospitanti saranno per il primo trimestre, de Berti Jacchia Franchini Forlani e Linklaters e, per il secondo trimestre, Ferrari Pedeferri Boni e Pavia e Ansaldo. Qui le due giuriste, Dorcas Dwommoh-Mensah e Akua Adu Boahene sotto la guida di un tutor, si concentreranno sul diritto commerciale internazionale e svilupperanno competenze e abilità che poi potranno portare nel loro paese d’origine, offrendo così una chance di crescita sia al Ghana che alle altre colleghe. «Quello che cercavamo, durante la fase di selezione, erano proprio delle giovani che avessero voglia di tornare nel loro Paese d’origine, fondare il proprio studio oppure entrare in uno studio affermato e collaborare con altre giuriste donne», spiega Viola.
LA SCELTA
Madrina del progetto è stata Cristina Fussi, membro di AslaWomen e socia dello studio De Berti Jacchia Franchini Forlani, che è andata in Ghana, per la precisione ad Accra, a conoscere le colleghe e a collaborare con le autorità locali nella selezione. Individuare il Paese giusto per il progetto non è stato però così facile. «Sapevamo di voler dare questa possibilità a delle giovani donne di un Paese svantaggiato dell’Africa ma non tutti gli Stati andavano bene. Era infatti fondamentale che la scelta ricadesse su un’area strategica dal punto di vista economico e sociale», spiega Barbara de Muro, responsabile di AslaWomen e partner dello studio legale Portale Visconti.