Asag-Randstand: la produttività resta il fulcro per le risorse umane

La performance resta centrale per le risorse umane. Come anticipato da Il Sole 24 Ore, l’Alta scuola di psicologia Agostino Gemelli (Asag) dell’Università Cattolica, in collaborazione con Randstad,  ha intervistato durante il lockdown 465 direttori hr per capire quali saranno le sfide e le priorità nel 2020 e, soprattutto, alla luce dell’emergenza sanitaria. Ne emerge che l’aumento della produttività è fondamentale per il 46%, seguito dallo sviluppo di leader di talento (42%) e dalla creazione di un buon ambiente di lavoro (40%).

I punti dolenti, anche durante la pandemia, sono il malessere, lo stress, la demotivazione. Infatti, solo un capo hr su cinque dice che nella sua azienda non c’è alcuna forma di malessere, mentre per il 39% si tratta essenzialmente di demotivazione. La soluzione sarebbe la learning agility: il 76% degli hr ci sta lavorando e il 41% delle aziende la sta applicando. Essenzialmente, si tratta della capacità di mettersi in gioco e affrontare le sfide, restando in pari con temi di incertezza e cambiamento. Questa agilità viene declinata in cinque aspetti: la mente, le relazioni, il cambiamento, i risultati e l’autocoscienza cercando di individuare punti di forza e debolezza.

Infine, dalla ricerca emerge che il 22% degli hr ritiene che la sua azienda è capace di conciliare la velocità e la flessibilità necessarie all’azienda con il bisogno di stabilità dei dipendenti, mentre il 46% ritiene che nell’organizzazione c’è possibilità per i dipendenti di contribuire con osservazioni critiche e propositive. Per quanto concerne la leadership, solo il 31% parla di figure in grado di entrare in sintonia con i collaboratori. Soltanto un leader su 3  riesce a non farsi travolgere dai propri stati emotivi.

Gennaro Di Vittorio

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