Covid-19, anche l’imprenditoria straniera in Italia è in frenata

La comunità delle imprese di stranieri in Italia continua a crescere generando valore, ma l’effetto della pandemia ne frena l’espansione. Questa è la fotografia che emerge da numeri diffusi da Unioncamere e InfoCamere sulle imprese di stranieri nel periodo gennaio-giugno dell’anno in corso.

Nei primi sei mesi del 2020, infatti, lo scarto tra nuove imprese e quelle che hanno deciso di chiudere è di 6119 unità. Ne deriva che  il totale di imprese di stranieri in Italia è di 621.367 unità, 1% in più rispetto al 31 dicembre 2019.

Se si confronta il dato con quello dello scorso anno, si noterà un “effetto-frenata” dovuto al Covid-19: tra gennaio e giugno dello scorso anno, infatti, il bilancio tra aperture e chiusure di imprese di stranieri aveva fatto segnare 10.205 imprese, il 40% in più rispetto al dato di quest’anno.

Infine, l’indagine evidenzia che la concentrazione maggiore di imprese di stranieri continua a registrarsi in Toscana, dove il 14,2% di tutte le attività economiche ha origini fuori dall’Italia. Liguria (13,7) e Lombardia (12,6) sono le regioni che seguono da vicino, insieme a Lazio, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia (tutte oltre il 12%).

 

Gennaro Di Vittorio

SHARE