Ai vertici di Barilla, dove legal e communication vanno in tandem

MAG incontra Francesco Giliotti, che tiene le redini dei due team: «È così che ho imparato a delegare»

di michela cannovale

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«Ho iniziato la mia carriera nell’ufficio legale di Barilla, dove ho avuto modo di formarmi come manager. Qualche anno fa ho lasciato l’unità legale per assumere la responsabilità della comunicazione e delle relazioni esterne, e anche lì ho avuto la possibilità di imparare molto. Ora diventare responsabile delle due unità equivale a chiudere il cerchio e unire il vecchio con il nuovo». Sono state queste le prime parole pronunciate da Francesco Giliotti (in foto) quando, lo scorso maggio, è stato nominato chief legal, corporate affairs & compliance officer del gruppo Barilla – ruolo che andava ad aggiungersi a quello già in essere di chief communication and external relations officer.

Dipartimento legale e comunicazione, dunque, uniti sotto lo stesso ombrello.

Nel colosso italiano della pasta Giliotti è cresciuto professionalmente e personalmente: l’ingresso nella direzione legale del gruppo nel 2005, le nuove responsabilità nel comitato di crisi a partire dal 2014, la promozione a legal vice president e group dpo nel 2018, la nuova veste di responsabile della comunicazione dal 2020… Il 2020 è stato anche l’anno in cui ha abbandonato il cappello da giurista, per poi indossarlo nuovamente a maggio 2023, appunto, quando ha preso in mano le redini delle due unità legal e communication.

«L’esperienza nel comitato di crisi è stata una delle più formative della mia vita. Un passaggio fondamentale che mi ha permesso di uscire dal mio ambito tradizionale», ha raccontato a MAG. Siamo infatti tornati nei suoi uffici per capire come si uniscano anima da giurista e da comunicatore. E, per farlo, siamo partiti proprio dall’esperienza nel comitato di crisi.

Che cosa prevedeva il ruolo nel comitato di crisi?

Ne sono stato prima coordinatore e poi responsabile. Il comitato si occupa di analisi di potenziali crisi, così come di prevenzione e reazione a problemi che potrebbero riguardare Barilla.

Per esempio?

Una crisi può riguardare gli ambiti più disparati. Ai temi più classici se ne aggiungono tanti altri, come un incidente in uno stabilimento, che potrebbe bloccare la produzione per un tempo indefinito, o un attacco hacker che comporterebbe il rischio di una fuga di informazioni sensibili al di fuori dell’azienda.

Parliamo di decine di crisi possibili diverse quindi.

Il punto è proprio questo: per anticipare o gestire una crisi è necessario avere una grande conoscenza dell’azienda ed essere capaci di comprendere tematiche in settori molto specifici e diversi tra di loro. Arrivare dalla direzione legale mi ha sicuramente aiutato: per gestire un caso, l’avvocato deve comprenderne il contesto sviscerando la fenomenologia degli avvenimenti. E questo è quello di cui si ha bisogno di fronte a una crisi: saper immaginare una situazione ed entrare in mondo altro con capacità di analisi e problem solving.

Capisco la connessione tra ufficio legale e comitato di crisi, ma qual è quella con il dipartimento di comunicazione e relazioni esterne in cui è ha iniziato a lavorare nel 2020?

All’apparenza sembra che non vi sia una connessione precisa, ma in realtà i punti di contatto sono tanti. Aspetti come l’area di public affairs e media relations, per esempio, sono molto vicini al mondo legale. Entrambe le funzioni sono poi accomunate dall’attenzione al dettaglio e al contenuto. Tant’è che, quando un legale redige un contratto, deve stare attento ad ogni singola parola. E il comunicatore fa altrettanto mentre elabora un comunicato stampa.

Aver ricoperto entrambi gli incarichi, in passato separatamente e oggi simultaneamente, ha cambiato il suo approccio al lavoro?

Direi che mi ha aiutato a crescere: ho avuto la fortuna, prima nella funzione legale e poi in quella della comunicazione, di toccare tanti mondi diversi, costringendomi a lavorare sulla mia elasticità mentale e a riconoscere le priorità. Soprattutto, mi ha insegnato a mettere le cose in relazione fra loro, a trovare dei punti di contatto tra i due dipartimenti.

Cosa ha imparato lavorando a capo dei due dipartimenti?

Ho capito di aver bisogno degli altri, e quindi ho imparato a delegare. Nel momento in cui si allarga la propria area di responsabilità, d’altronde, è impossibile rimanere verticale sui vari compiti da portare a termine. E questo è un punto su cui ho avuto l’opportunità di lavorare.

Prima di allora mai?

Beh, il legale è normalmente uno specialista ed è abituato a lavorare in modo tecnico-verticale. Nel momento in cui si ricoprono due ruoli, come nel mio caso, bisogna per forza imparare ad essere più generalisti e a circondarsi di esperti che spesso sono molto più a bravi di chi sta al vertice a fare quello che fanno.

L’importanza del team…

Esatto. Quando si riesce ad avere una squadra composta da persone più brave e tecnicamente più preparate di chi le dirige e le si riesce a far lavorare insieme, beh, questa è forse la soddisfazione maggiore di un lavoro come il mio. In fondo ho un passato da rugbista che porto con me anche in ufficio: non è tanto importante chi raggiunge la meta, ma che ci siano i passaggi giusti perché la meta venga raggiunta.

Torniamo alle due funzioni legal e communication. Sarebbe scorretto pensare che in un gruppo come Barilla, che fa talmente tanto parte dell’immagine italiana dentro e fuori i confini nazionali, è quasi imprescindibile che queste lavorino insieme?

Non è imprescindibile – e infatti Barilla è riuscita sopravvivere benissimo senza fino a pochi mesi fa – (sorride). Scherzi a parte credo che mantenere unite queste unità abbia molto senso. Ha senso perché, come dicevo prima, tra le due unità ci sono tanti punti di contatto. Ha senso perché, nel momento in cui si comunica, la correttezza formale di ciò che viene comunicato diventa importantissima, così come l’atteggiamento e la postura nei confronti dell’ambiente esterno.

Questa è l’anima del giurista che parla…

Sì, ma è anche giusto che sia così. Lavorare in questo modo consente di fare una comunicazione corretta, rispettosa di quelle che sono le leggi, ma anche coerente con i principi etici, che per Barilla sono molto importanti. Siamo un’azienda con 146 anni di storia e abbiamo superato tanti scogli con l’obiettivo di migliorarci progressivamente. E la parte legale, in questo, ha sempre giocato un ruolo fondamentale. Insomma, per sopravvivere così a lungo bisogna comportarsi bene…

Quali attenzioni giuridiche e comunicative mettete in pratica in qualità di gruppo operante nel settore alimentare?

Barilla dà da mangiare a milioni di persone nel mondo e ha quindi un’enorme responsabilità. Dietro ciascuno dei nostri prodotti c’è un grande lavoro anche da parte dei miei due team: lato comunicazione, dobbiamo fare una comunicazione efficace; lato legale […]

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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