AI, general counsel a confronto     

Can robot be lawyers? Con questo interrogativo si apriva il paper universitario americano firmato da Dana Remus e Frank S. Levy a fine 2016, che analizzava l’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) sull’occupazione in ambito legale. Un impatto che stando alle stime degli studiosi avrebbe potuto condurre a tre possibili scenari entro il 2021: una riduzione degli organici del 5% in caso di bassa penetrazione dell’AI, del 20% in caso di media, e dell’80% di alta.

Da questa stessa domanda è partita la discussione della tavola rotonda Introduzione di sistemi di artificial intelligence (AI) nei servizi legali – che ha visto la partecipazione di Alessandro De Nicola (senior partner di Orrick Herrington & Sutcliffe), Sandra Mori (DPO di Coca-Cola Europe), Agostino Nuzzolo (general counsel e legal affairs executive vice president di TIM) e Umberto Simonelli (chief legal & corporate affairs officer di Brembo) – tenutasi in occasione dell’incontro Annual 2018 General Counsel di Paradigma (clicca qui e leggi la news dedicata).

L’impatto delle nuove tecnologie e, in particolare dell’intelligenza artificiale, sul comparto dei servizi legali è infatti un tema che preoccupa sia i grandi studi che i giuristi d’impresa. Entrambi temono infatti di potersi trovare, in un futuro più o meno lontano, in diretta concorrenza con dei robot sempre di più in grado di gestire attività al momento in mano agli umani.

L’intelligenza artificiale oggi in uso nel settore – fa notare De Nicola – è quasi tutta “reattiva”, e cioè richiede la collaborazione dei professionisti che, inserendo nei sistemi immense banche dati, consentono alla tecnologia di rispondere ad alcune esigenze specifiche. Si tratta per lo più di sistemi elementari, in grado di coprire mansioni gestionali ripetitive, a livello di dipartimento, fatture e personale.

Tra gli studi legali, in particolare, inizia inoltre a diffondersi un numero crescente di software internazionali, come Luminance, Predictice, Kyra System e Nakhoda, in grado di seguire il drafting e la revisione dei contratti o le due diligence (si veda MAG N. 88) e di far risparmiare tempo ai professionisti, creando in pochi minuti dei semi-lavorati più o meno sofisticati.

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Gennaro Di Vittorio

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