Addio alle armi. Avvocati, il general counsel non è un vostro competitor

Maschio, californiano, età compresa tra i 35 e i 54 anni, con un bagaglio di esperienza superiore a nove anni e un compenso annuo di circa 408mila dollari. Chi è? Il general counsel-tipo statunitense. L’identikit emerge dal report 2019 General Counsel Landscape realizzato dalla società di revisione di contratti LawGeex – in collaborazione con l’Association of Corporate Counsel (ACC) l’organizzazione internazionale dei giuristi d’impresa più grande al mondo che conta oltre 40mila membri ed è presente in 85 Paesi – che ha intervistato 34mila tra i 113mila gc operanti sui vari stati del territorio USA. Lo studio fotografa la figura professionale del responsabile affari legali sotto diversi aspetti. Per esempio, il genere: è donna solo il 31% della popolazione totale di general counsel presa in considerazione per la ricerca (i 34mila rispondenti e i dati raccolti dai profili Linkedin dei general counsel delle Fortune 500) e gli uomini sono pagati mediamente il 39% in più delle colleghe donna. O vari settori più attrattivi per general counsel: prima fra tutte la finanza (17%), seguono il governo (10%) e i comparti tecnologico (10%) e manifatturiero (10%).

Al di là del censimento della popolazione dei capi legal in house, tra i dati più interessanti della ricerca – in termini di spunti di riflessione – ci sono senz’altro quelli sulle nuove competenze dei general counsel, classificate mappando le skills elencate dagli stessi professionisti (i 34mila di cui parlavamo prima) nei propri profili LinkedIn. Le più menzionate sono le management skills (presenti nel 53% dei profili), seguono quelle nel contenzioso (47%), diritto societario (41%), e legal writing (35%).

L’importanza delle capacità imprenditoriali supera l’importanza delle abilità legali anche per i recruiter. “Business” è la parola chiave più utilizzata in 100 annunci di lavoro destinati ai gc, (pensate, viene utilizzata in media più di tre volte nella stessa pubblicazione con 306 menzioni totali), superando la compliance (257 menzioni) e termini legati alle conoscenze legali tradizionali come “accordi” (113), “rischio” (107), “leggi” (77) e “contratti” (67).

E da qui parte la riflessione: avvocati-consulenti, mi sembra che ci troviamo davanti all’ennesima dimostrazione che è chiaro a tutti che il giurista d’impresa non è uno specialista della materia, ma un manager che cura gli aspetti legali del business. Quegli aspetti per cui ha bisogno del vostro prezioso supporto altamente specializzato. Per dirla breve, fa un mestiere diverso dal vostro.

Anche se i dipartimenti legali crescono in termini di organico, non ci sarà meno bisogno di voi.

Le deponiamo le armi?

Gennaro Di Vittorio

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