Accenture: in azienda serve un nuovo stile di leadership
Nell’odierna economia digitale, è sempre più importante che i leader aziendali accrescano abilità come empatia, intuizione, interpretazione emotiva e capacità di essere creativi, tipiche dell’emisfero destro del cervello. Per il 73% dei top manager italiani, però, queste competenze rappresentano proprio il loro punto debole.
Sono questi i principali risultati di uno studio di Accenture Strategy, intitolato “Whole-Brain Leadership: The New Rules of Engagement for the C-suite”, che ha coinvolto 200 manager di alto livello (C-suite) in Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti e oltre 1.300 dipendenti e consumatori in Italia.
La maggior parte dei manager che compone l’attuale C-suite in Italia (83%) ha una formazione economica, scientifica o tecnologica e utilizza prevalentemente le funzionalità dell’emisfero sinistro del cervello – tra cui, ad esempio, ragionamento analitico, capacità di prendere decisioni e orientamento ai risultati. Per quanto queste capacità rimangano sempre preziose, i top manager riconoscono la necessità di rafforzare le competenze dell’emisfero destro, per arrivare a un approccio di leadership bilanciato, che integri a tutto tondo abilità analitiche ad una componente empatica e istintiva. Ad oggi, infatti, soltanto l’8% dei manager nel mondo afferma che l’azienda per cui lavorano è caratterizzata da questo stile di leadership; è considerata, però, una necessità dall’82% di loro, che si aspetta un’evoluzione della propria azienda verso questo approccio nei prossimi tre anni.
Diverse pressioni spingono i vertici aziendali ad adottare il nuovo approccio: la rivoluzione tecnologica, le caratteristiche dei mercati in veloce trasformazione e la necessità di coinvolgere dipendenti e consumatori, che sono stakeholder sempre più cruciali nello stimolare le azioni delle imprese e nel determinare la rilevanza e il valore di un brand. In particolare, lo studio di Accenture Strategy ha individuato un insieme di dipendenti e consumatori definiti esploratori che per il loro mindset orientato al miglioramento della collettività e per le caratteristiche peculiari di forte motivazione e auto-determinazine sono in grado, più degli altri, di influenzare le decisioni del management e l’andamento di un’azienda. Si tratta di un “super-gruppo” che dev’essere tenuto in grande considerazione dai leader perché, se ascoltato e ingaggiato correttamente, può accelerare il cambiamento. Ciò che più si aspettano gli “esploratori” è uno stile di leadership bilanciato tra capacità analitiche e creativo-relazionali; in particolare vorrebbero dei leader più empatici, più intuitivi, più inclusivi e capaci di comprendere e valorizzare diversi stili di pensiero.
Gli “esploratori” appartengono a un gruppo cross-generazionale – distribuito uniformemente tra generi ed età, dalla Generazione Z ai Baby Boomer – che ha una possibilità cinque volte maggiore di influenzare le decisioni dei propri dei datori di lavoro o dei brand che comprano: il 63% di questi influenti stakeholder ritiene di avere il potenziale per influenzare il valore di un’azienda nel lungo termine e il 48% di loro ha già compiuto azioni dirompenti esprimendo il proprio disappunto in qualità di cliente. È un insieme di persone molto attive, che ha a cuore il bene comune della propria azienda e della società in cui vivono piuttosto che la propria individualità; rappresenta il 32% dei dipendenti e il 24% dei consumatori.
L’83% di questi afferma che sono stati i social media ad aumentare la propria forza, permettendo di far sentire la propria voce all’interno delle imprese in cui lavorano o in qualità di consumatori. Il 41% dichiara, infatti, che sono riusciti a influenzare il comportamento di un brand di cui sono clienti proprio grazie ai social.
Secondo gli esperti di Accenture, per adottare uno stile di leadership bilanciato le aziende dovrebbero mettere in atto velocemente una serie di azioni:
- Colmare il gap di competenze empatico-creative: i vertici aziendali dovranno trovare un nuovo bilanciamento tra le competenze analitico-scientifiche e quelle creativo-relazionali. I manager sono consapevoli di quanto questo cambiamento sia necessario e 9 manager su 10 stanno già mettendo in atto comportamenti per evolversi. Nell’80% delle imprese i C-level si stanno riqualificando in quest’ottica e nel 40% delle organizzazioni sono stati assunti nuovi talenti in linea con lo stile di leadership bilanciato.
- Evolvere lo stile di leadership tradizionale per coinvolgere il gruppo degli “esploratori”: ascoltando la loro voce e mettendo in pratica le loro idee, la C-suite troverà dei preziosi alleati e rafforzerà la propria leadership. Facendo leva sul loro approccio innovativo, le imprese trarranno vantaggi significativi: gli “esploratori” sono due volte più motivati a fare del proprio meglio in campo professionale e, in quanto consumatori, hanno una probabilità due volte superiore di scegliere un brand più costoso perché in linea con i propri valori.
- Guidare il cambiamento dell’intera impresa integrando competenze data-led e human-centered a tutti i livelli, per rendere l’impresa più competitiva. La C-suite dovrà costruirsi un nuovo equilibrio prima a livello personale, per poi estendere il nuovo approccio a tutti i livelli aziendali. L’approccio bilanciato permetterà di avere successo nell’odierna economia digitale, caratterizzata da cambiamenti dirompenti.