ACC: la cybersecurity è pane per i denti degli in house

Il ruolo degli in house counsel nella gestione della cybersecurity è destinato ad assumere una centralità sempre maggiore.

A rivelarlo è The ACC Foundation: State of Cybersecurity Report 2018, uno studio condotto su oltre 600 giuristi d’impresa attivi in diversi Paesi del mondo pubblicato dalla Association of Corporate Counsel (ACC).

In particolare, due terzi dei professionisti intervistati crede che sarà sempre più coinvolto nelle questioni relative alla sicurezza informatica. Un dato che nel 2015 si attestava invece al 55%.

Secondo l’associazione dei giuristi d’impresa il maggiore coinvolgimento dei professionisti del dipartimento legale in questi ambiti è legato alla pervasività sempre più frequente delle violazioni di dati.

Stando ai dati dell’Identify Theft Resource Center, nel 2017 le violazioni dei dati sono aumentate del 45% rispetto al 2016. Ma minacce e violazioni sono inevitabili – si legge nel report – e sta alle aziende mitigare gli attacchi. Un compito che vede protagonisti i giuristi d’impresa che sono i professionisti più adatti a gestire la compliance anche in materia di protezione dei dati.

Inoltre, leggendo i dati raccolti dall’associazione dei corporate counsel, il 32% degli intervistati ha dichiarato di lavorare o aver lavorato in un’azienda che ha subito almeno una violazione.

Per rispondere a questa crescente ondata di attacchi informatici, le aziende stanno incrementando i budget per la sicurezza informatica. Infatti, dalle risposte degli intervistati si evince che, in media, il 5% dei budget aziendali viene assegnato alla cybersecurity. Ma solo 63% dei giuristi d’impresa sentiti da Acc crede che le risorse allocate dal proprio gruppo siano sufficienti per farli dormire a sonni tranquilli.

Il report elenca infine le best practice che, secondo gli in house, possono contenere i rischi e le violazioni della cibersicurezza. Prima fra tutte la formazione obbligatoria dei dipendenti; segue la nomina di un team ad hoc formato da professionisti con competenze diverse; e infine una buona assicurazione, uno strumento essenziale per coprire i costi associati a una potenziale violazione.

Gennaro Di Vittorio

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