Cara trasparenza retributiva, ti aspetto!
QUESTO ARTICOLO COMPARE NELL’ULTIMO NUMERO DI MAG. CLICCA QUI PER SCARICARE LA TUA COPIA
Provo sempre una soddisfazione speciale quando a dare il buon esempio è casa mia: il mio Paese, il mio continente. L’Europa, in questo caso. Non succede spesso, ma quando succede la sento forte e chiaro: una vibrazione positiva, un’aria di cambiamento. Una vocina che si fa strada nella testa e mi bisbiglia “OH, YES…!” (in inglese, sì).
Ecco, la Direttiva UE 2023/970 sulla trasparenza retributiva è proprio uno di quei “buoni esempi”. Di cosa parlo esattamente? Pay gap, ragazzi. P-A-Y G-A-P. Da qui al 7 giugno 2026, data entro cui gli Stati membri dovranno recepire questa direttiva, le imprese saranno chiamate a fare ordine e chiarezza su come stabiliscono gli stipendi, gestiscono le carriere e misurano (sul serio) la parità tra uomini e donne. Non basteranno più le buone intenzioni: serviranno monitoraggi, report, impegni precisi. Numeri, ragazzi. N-U-M-E-R-I. E se dovessero emergere divari retributivi di genere ingiustificati (ma che ve lo dico a fare?), verranno presi i provvedimenti del caso.
Questo è il primo, grande punto della direttiva. Perché rendere visibile il modo in cui si formano le retribuzioni – e obbligare a intervenire quando ci sono squilibri – significa anche togliere alibi, scoprire dinamiche sommerse, far emergere carriere e talenti che finora non hanno avuto le stesse opportunità.
Ma c’è anche un secondo punto, una piccola rivoluzione che vale la pena ricordare fin da ora. Quante volte, in sede di colloquio, vi è stato chiesto: “Quanto guadagnava prima?”. Bene, questo non succederà più. Sarà il datore di lavoro a dover mettere in chiaro, fin da subito, il trattamento economico previsto per il ruolo. Una mossa che mira a spezzare un meccanismo subdolo, quello che perpetua le disuguaglianze salariali da un lavoro all’altro.
Per adeguarsi, le aziende hanno tempo fino al giugno 2026. Un anno, che passerà alla svelta. Per arrivare pronte servono preparazione, raccolta di dati, coinvolgimento delle parti sociali.
Ne parlo in questa nuova puntata di Diverso sarà lei con Giampiero Falasca, partner dello studio DLA Piper che da anni assiste grandi imprese nazionali e internazionali in materia di diritto del lavoro.
La trovate qua sotto. Buon ascolto!