Formare leader pronti al cambiamento: la vera sfida per il futuro delle aziende
di Fabio Tomassini*
Il World Economic Forum rivela che il 43% dei manager non ha la visione necessaria per gestire la trasformazione tecnologica. La formazione dei leader deve evolvere: non più soluzioni preconfezionate ma capacità di prosperare nell’incertezza.
La rivoluzione dell’intelligenza artificiale sta ridisegnando il panorama del lavoro. Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, nei prossimi anni assisteremo alla creazione di 9,9 milioni di nuovi posti di lavoro, mentre 4,8 milioni saranno destinati a scomparire per effetto delle nuove tecnologie. Un cambiamento epocale che richiede una nuova generazione di leader capaci di guidare questa trasformazione.
L’urgenza di questo cambiamento emerge chiaramente dall’Executive Opinion Survey del WEF, che ha coinvolto oltre 11.000 dirigenti a livello mondiale. I risultati sono eloquenti: il 50% degli executive identifica la mancanza di competenze come principale barriera all’adozione dell’AI, mentre il 43% lamenta l’assenza di una visione strategica nei vertici aziendali.
In questo scenario di profonda trasformazione, le tradizionali risposte manageriali – come la ridondanza delle risorse o l’investimento in analisi di business sempre più sofisticate – non sono più sufficienti. È necessario un nuovo approccio alla leadership, centrato sulla capacità di orchestrare team multidisciplinari e valorizzare la diversità di competenze.
La complessità dei contesti di business richiede infatti expertise sempre più specializzate e profonde, impossibili da concentrare in un singolo profilo professionale. Il leader del futuro deve saper integrare queste diverse competenze, creando sinergie tra specialisti di differenti discipline e generando valore attraverso la collaborazione.
Cruciale in questo processo è la gestione della dinamica intergenerazionale. I giovani talenti portano naturalmente competenze innovative, particolarmente nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa, mentre i manager più esperti contribuiscono con la loro profonda conoscenza del business. Il leader efficace sa creare un ambiente dove questo scambio diventa bidirezionale e generativo.
Settori all’avanguardia come tecnologia, servizi professionali, manifatturiero e sanità stanno già guidando questa trasformazione. Le aziende più lungimiranti investono in programmi di reskilling e upskilling, consapevoli che la vera sfida non è tanto identificare le competenze necessarie oggi, quanto sviluppare la capacità di evolversi continuamente.
Il vantaggio competitivo apparterrà alle organizzazioni che sapranno coltivare leader adattivi, capaci di trasformare l’incertezza in opportunità. Non si tratta più solo di gestire il cambiamento, ma di prosperare in esso, vedendo nei momenti di discontinuità le opportunità di reinvenzione e crescita.
La formazione dei leader deve quindi evolversi di conseguenza, preparando non tanto a dare risposte quanto a porsi le domande giuste. Il futuro appartiene a chi saprà navigare nell’incertezza con fiducia e competenza, trasformando le sfide in opportunità di innovazione e crescita.
Direttore Scientifico centro di competenza Strategy & Leadership, H-Farm Business School