In Italia il 64% dei lavoratori soffre di stress sul lavoro: è record europeo
La metà dei lavoratori di tutto il mondo si sente stressato sul lavoro e per circa il 15% degli intervistati si tratta di un problema quotidiano. Nonostante ciò, il numero di lavoratori che dichiara di essere quotidianamente stressato è in calo, passando dal 19% nel 2021, al 16% nel 2022, al 15% nel 2023 e 2024. A rivelarlo è il rapporto People at Work 2024 – A Global Workforce View dell’ADP Research.
Secondo l’edizione 2024 della ricerca, metà dei lavoratori dichiara di sentirsi stressato sul lavoro, ma il numero di coloro che afferma di sentirsi stressato ogni giorno è sceso al di sotto dei livelli pre-pandemici.
La salute mentale è sicuramente uno standard di misurazione che i datori di lavoro dovrebbero tenere in considerazione, visti gli impatti su produttività e prestazioni dei lavoratori.
Il rapporto mostra che lo stress è fortemente connesso a sentimenti di scarsa salute mentale. I dipendenti molto stressati sono molto più propensi ad affermare di non riuscire a svolgere il loro lavoro al meglio (33%). La necessità di fare più pause è diffusa anche tra i lavoratori sottoposti a stress moderato (34%).
Lo stress può anche erodere la soddisfazione dei lavoratori. I dipendenti molto stressati hanno molte più probabilità di prendere in considerazione l’idea di cambiare lavoro rispetto ai loro colleghi meno stressati.
- Genere: Le donne (17%) di tutte le età riferiscono uno stress leggermente superiore a quello degli uomini (14%). L’anzianità di ruolo non sembra avere alcun ruolo in questa differenza di genere, poiché le donne riferiscono uno stress moderatamente più alto degli uomini a tutti i livelli della gerarchia lavorativa.
- Età: Con l’avanzare dell’età, i lavoratori dichiarano livelli più elevati di stress quotidiano. La tendenza si inverte quando si avvicinano alla pensione. I lavoratori di età compresa tra i 45 e i 54 anni (18%) riferiscono i livelli più alti di stress, seguiti dai 35-44enni (16%). Questi livelli di stress sono molto diversi da quelli riferiti dai lavoratori più giovani/anziani. nella gerarchia lavorativa
- Anzianità/Seniority: Si potrebbe pensare che, dato che lo stress aumenta con l’età, aumenti anche con l’avanzamento nei ranghi manageriali. Invece, gli stagisti/impiegati temporanei (21%) e i collaboratori individuali (18%) riportano i livelli più alti di stress sul posto di lavoro. I dirigenti si attestano al 16% e i quadri intermedi al 12%.
- Location: Nessun paese è immune allo stress sul posto di lavoro, ma i lavoratori del Nord America sono i più esposti, con un lavoratore su cinque che riferisce di essere quotidianamente stressato sul posto di lavoro

Marcela Uribe (in foto), general manager ADP Southern Europe, afferma: “Lo stress nell’ambiente di lavoro è diffuso in tutto il mondo, nessun Paese fa eccezione. Indipendentemente dal livello di stress, i datori di lavoro hanno l’opportunità di promuovere la salute mentale: solo il 21% dei lavoratori ritiene che il proprio datore di lavoro sostenga pienamente il proprio benessere mentale. I dipendenti che si sentono supportati da manager e colleghi hanno meno probabilità di rientrare nella categoria ad alto stress. Coloro che dichiarano un alto livello di stress spesso ritengono che ciò abbia impatti sul proprio lavoro: ciò potrebbe derivare dalla mancanza di conversazione sul lavoro riguardo ai problemi di salute fisica e mentale. Le persone che rientrano nella categoria ad alto stress affermano che i propri datori di lavoro non sono attrezzati per discutere di salute mentale. È interessante notare che i dipendenti del gruppo a basso stress affermano di essere più propensi a partecipare ad attività di team-building, a prendere giorni di ferie e ad avere regolari incontri di controllo con i loro manager”.
ATTIVITA’ PER RIDURRE LO STRESS SUL POSTO DI LAVORO
Per ridurre lo stress sui dipendenti e promuovere la salute mentale, un’azienda può implementare una serie di iniziative volte a migliorare il benessere psicofisico dei propri lavoratori. Ecco alcune delle migliori pratiche:
- Flessibilità lavorativa ovvero orari di lavoro flessibili e possibilità di lavorare da remoto
- Supporto psicologico e risorse per la salute mentale, ovvero mettere a disposizione servizi di counseling aziendale o accesso a psicologi esterni, a cui i dipendenti possano rivolgersi in modo confidenziale, e organizzare workshop o seminari per sensibilizzare su tematiche di salute mentale e fornire strumenti utili per gestire lo stress.
- Ambiente di lavoro sano creando aree all’interno dell’ufficio dove i dipendenti possano prendersi una pausa, rilassarsi o meditare, offrire accesso a una palestra aziendale, sconti per palestre esterne, o organizzare eventi sportivi. L’attività fisica è strettamente collegata alla salute mentale.
- Bilanciamento del carico di lavoro, cioèmonitorare e bilanciare il carico di lavoro dei dipendenti, evitando che diventi eccessivo. Questo include ridurre le scadenze irrealistiche o sovraccarichi cronici di lavoro, ma anche promuovere pause regolari durante la giornata lavorativa per evitare esaurimento fisico e mentale. Implementare politiche che incoraggino i dipendenti a prendere ferie.
- Politiche di “detachment” dal lavoro: stabilire regole chiare per ridurre o eliminare la necessità di lavorare o essere reperibili al di fuori degli orari di lavoro ufficiali e promozione dell’equilibrio vita-lavoro.
- Formazione sulla gestione dello stress: offrire sessioni di mindfulness o meditazione in azienda per aiutare i dipendenti a ridurre lo stress e migliorare la concentrazione, organizzare formazioni pratiche su come affrontare situazioni stressanti e sviluppare resilienza mentale.
- Incentivi e programmi di riconoscimento. È’ importante implementare un sistema di riconoscimento dei risultati dei dipendenti, celebrando i successi e riconoscendo gli sforzi, per aumentare la motivazione e ridurre lo stress dovuto alla mancanza di valorizzazione.
- Leadership consapevole e manager empatici: formare i manager per riconoscere i segnali di stress o burnout nei loro team, sviluppando competenze di leadership empatica e supportiva. I manager devono essere consapevoli del loro impatto sulla salute mentale dei dipendenti e incoraggiare una comunicazione aperta, delegando in modo efficace per evitare pressioni eccessive.
Queste iniziative non solo migliorano la salute mentale dei dipendenti, ma contribuiscono anche a creare un ambiente di lavoro più produttivo e positivo, aumentando la soddisfazione e la fidelizzazione del personale.