Nasce la General Counsels Association

«Con gli studi legali curiamo la nostra preparazione a partire da m&a ed esg»

di michela cannovale

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Si muove ad alta quota la comunità di legali in house, formando reti sociali sulla base delle proprie necessità. Succede con la General Counsels Association (Gca), aggregazione fra giuristi d’impresa nata nell’ottobre del 2022 come think tank (ne avevamo parlato qui) e lanciata ufficialmente come associazione di general counsel esattamente un anno dopo. Le ragioni per cui nasce sono poche e precise: fare rete, cooperare e migliorarsi, formando ulteriormente la figura del general counsel. In che modo? Attraverso la conoscenza e l’esperienza di altri membri dell’associazione e quella dei professionisti degli studi legali. «Diamo formazione e riceviamo formazione», racconta Francesco Wembagher (in foto al centro), che della Gca è presidente, oltre che general counsel di Quaestio Capital. «Anche se i ruoli non mi piacciono. La nostra è un’associazione orizzontale, siamo tutti uguali, ma per questione di ordine ci siamo dati delle funzioni», sottolinea.

MAG lo ha intervistato insieme a Sara Citterio (in foto a sinistra) e Fabrizia Fiandaca (in foto a destra), rispettivamente general counsel di Trussardi e head of legal di Roboze, che nell’associazione ricoprono il ruolo di managing director, per capire come e dove si sta muovendo la Gca.

Come è nata la vostra associazione?

Francesco Wembagher (FW): È nata a margine di una riunione del General Counsel Global Simposium nel 2022, quando per la prima volta, parlando in un gruppo di circa una ventina di general counsel, ci siamo resi conto che ognuno di noi aveva idee che riguardano la nostra specifica professione. Da allora ci siamo incontrati una volta al mese fino a decidere di volerci dare una struttura più definita oggi.

Sulla base di quali necessità?

Fabrizia Fiandaca (FF): L’idea era di creare occasioni di confronto fra general counsel provenienti da realtà diverse. Chi sta a capo delle direzioni legali aziendali, d’altronde, è il primo punto di riferimento del management, ha spesso a che fare con il budget e deve prendere decisioni su cui non sempre ha possibilità di confrontarsi con altri che ricoprono il suo stesso ruolo. Siamo quindi nati per volontà di condividere in che modo vengono prese certe scelte, per darci una mano e condividere problemi che coinvolgono tutti.

Quali sono invece gli obiettivi?

Sara Citterio (SC): Sulla base di ciò che emerge durante le nostre riunioni, fare formazione sui punti in cui scopriamo di essere manchevoli. Approfondire diverse tematiche – come il whistleblowing, l’esg, l’m&a, per esempio – guardandole da quante più prospettive possibile, dalla compliance al diritto del lavoro. E in questo ci aiutano i professionisti degli studi legali, offrendoci corsi di formazione tagliati su misura per noi, che siano innanzitutto pratici e fortemente manageriali, sulla base della posizione apicale che ricopriamo in azienda.

Quanti siete?

FW:Siamo circa una ventina di general counsel che hanno lavorato consistentemente al set up dell’associazione, ma, con il lancio ufficiale avvenuto lo scorso 12 ottobre a Milano, varie persone in più hanno chiesto di aderire.

Come scegliete i vostri membri?

FW: Abbiamo creato un Comitato Nomine e Struttura che si occupa di valutare le richieste di adesione da parte dei potenziali candidati. La domanda si invia compilando un modulo presente sul nostro sito online e indicando il socio presentatore (per noi è importante mantenere lo spirito amicale e cooperativo con cui siamo nati; ecco perché deve esserci qualcuno che sponsorizza la candidatura e il candidato). Qualora non esista uno sponsor, si può comunque fare domanda, ma ci si interfaccia con il presidente o le managing director per fare una chiacchierata di valutazione. L’idea è quella di matcharsi, di trovarsi e piacersi. Una regola fondamentale per fare application, ovviamente, è quella di ricoprire un ruolo apicale all’interno della direzione legale.

Vi è mai capitato di rifiutare una candidatura?

FW: Sì, mi è capitato quando ancora non esisteva il Comitato Nomine e Struttura. Prima della sua creazione, infatti, quando conoscevo qualcuno di interessante, lo comunicavo al resto del gruppo chiedendo se qualcuno avesse qualcosa da ridire. Ed è capitato che qualcuno alzasse la mano e dicesse che un certo candidato aveva avuto in passato un comportamento da prepotente… Motivo per cui non è potuto entrare. È così, d’altronde, che funziona tutt’oggi l’ingresso nella Gca: anche sulla base della reputazione costruita in anni di lavoro.

Quanti ruoli ci sono nella Gca?

FF: Oltre a quello del presidente e delle due managing director, c’è il Comitato Nomine e Struttura, di cui abbiamo appena parlato, e il Comitato Formazione, che si impegna a raccogliere le istanze di formazione ricevuta, ovvero erogata in favore dei general counsels, ma anche di formazione data, ovvero erogata direttamente dai general counsels, come il progetto con la Lumsa di Roma in cui alcuni di noi faranno docenza a giovani studenti che iniziano il loro percorso come giuristi d’impresa.

Per quanto riguarda i corsi di formazione ricevuta, adesso avete in ballo “Sigma” e “Pi”. Di cosa si tratta?

FW: “Sigma” è il progetto di standardizzazione dedicato all’m&a. L’obiettivo del progetto, che verrà organizzato, tra gli altri, con professionisti di BonelliErede, Cleary Gottlieb, Legance, GOP, Fivelex, RPLT, Toffoletto, Herbert Smith, Whiters, Watson Farley e Cagnola, è di creare standard di mercato che siano utili a noi e agli studi legali. Di identificare le clausole su cui concentrare le energie invece di lavorare per giorni su pagine e pagine di contratti che riguardano le negoziazioni.

SC: “Pi” è invece quello dedicato alla formazione, che attualmente prevede il progetto con l’Università Lumsa, come già detto, ma anche un percorso specificamente focalizzato sulla normativa Esg. A fine novembre inizieremo il percorso di formazione in 6 incontri (uno al mese) con Bird & Bird, Gianni & Origoni, De Berti Jacchia Franchini Forlani, Studio Carbonetti, LCA & Greenberg Traurig, e con l’apporto di business di Generation Impact. Quello a cui miriamo alla fine del corso non sono nozioni teoriche, ma decaloghi, consapevolezze pratiche, slide, regole.

A cosa portano le relazioni con gli studi legali con cui organizzate progetti e corsi di formazione?

FW: La relazione umana è la base di tutte le nostre attività: vogliamo solo contatti umani di qualità. Se poi dalla relazione umana nasce una relazione professionale, ben venga.

Come vi finanziate? FW: In maniera totalmente autonoma. Non ci sono ancora […]

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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