Così i general counsel tagliano i costi

Solo una minoranza usa l’AI per razionalizzare operazioni e, di conseguenza, spese: si punta su studi boutique e internalizzazione

di michela cannovale

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A fronte dell’aumento generale dei prezzi e dei vincoli di bilancio delle società, sono diverse le opzioni che i dipartimenti legali in house possono scegliere per contenere le spese: internalizzare il lavoro giuridico, scegliere studi legali più piccoli per le consulenze esterne (gli avvocati, d’altronde, sono la voce di costo più alta per i general counsel), ma anche ricorrere alla tecnologia per portare a termine attività che, se svolte manualmente, rischiano di essere lunghe e costose.

L’internalizzazione, nello specifico, sembra essere la soluzione preferita dalla maggior parte dei dipartimenti in house. A dirlo è il rapporto “The State of Collaboration in Corporate Legal Departments” pubblicato di recente dall’Association of Corporate Counsel (ACC), in collaborazione con la piattaforma cloud-native di contenzioso e investigazione Everlaw. Con l’obiettivo di ridurre i costi, il 66% dei 373 chief legal officer intervistati ai fini del report, infatti, ha dichiarato di voler gestire internamente un numero maggiore di attività (nel 2022 ha dato questa risposta il 59% degli interpellati); il 39% ha detto di preferire gli studi più piccoli a quelli più grandi; il 33% intende utilizzare le potenzialità dell’intelligenza artificiale (AI) per razionalizzare operazioni e, di conseguenza, costi.

Quest’ultima cifra, in particolare, pur essendo quasi triplicata rispetto all’anno scorso (quando solo il 12% di intervistati aveva dato la stessa risposta), rimane l’opzione meno scelta soprattutto perché non tutti i team legali hanno la possibilità di guardare alla tecnologia come soluzione primaria. Una grande maggioranza dei chief legal officer (ben l’80%) ha infatti affermato che la propria squadra non è ancora sufficientemente tecnologica se messa a confronto con altre unità aziendali e che è fondamentale che gli strumenti di collaborazione utilizzati siano integrati con quelli degli altri per migliorare la collaborazione tra le unità dell’intera azienda. In questo senso, nonostante molti legali in house intervistati da ACC ed Everlaw si dicano favorevoli a un uso più intensivo dell’AI, molti di loro non dispongono di fatto della possibilità di sfruttarne appieno il valore.

Le cose non sembrano andare diversamente fra gli interlocutori di Inhousecommunity.it. «Con specifico riferimento al nostro dipartimento legale e uso dell’AI – ha detto Valentina Finazzo (in foto al centro), head of Italy & CSEE commercial legal di Nexi Group, raggiunta da MAG – al fine di consentirci di dedicare più tempo ad attività strategiche, un interessante strumento di supporto potrebbe essere un tool che efficienti la gestione end-to-end dei contratti a partire dalla realizzazione dei template, fino all’attività di editing e di ricerca rapida di clausole chiave e che più in generale gestisca tutte le attività a basso valore aggiunto, oggi interamente a carico delle risorse interne. Condivido, però, i dati che emergono dal report, specie con riferimento alle difficoltà che si incontrano, poi in concreto, nell’implementazione di queste nuove tecnologie, dato il significativo impiego di tempo che richiede la loro “istruzione”, che spesso è a carico proprio delle risorse interne, che rappresentano gli utenti finali».

Per Andrea Brancatelli (in foto a destra), legal director di Moneygram, a sua volta raggiunto da MAG, «il motivo per cui l’AI non ha ancora invaso i dipartimenti legali non è legato al fatto che non si hanno risorse sufficienti, quanto al fatto che non si hanno persone sufficientemente preparate, in grado di implementare la tecnologia e innovarla, soprattutto all’interno degli uffici legali dove – lo sappiamo bene – non siamo particolarmente innovativi per tradizione».

Tornando a quanto messo in luce dal report di ACC ed Everlaw, la strategia principale per controllare i costi sembra dunque quella di internalizzare il lavoro. I vantaggi di questa opzione, sulla base di quanto menzionato dagli intervistati, sono diversi: la riduzione dei costi totali (per l’82%); l’aumento delle capacità e un migliore utilizzo delle competenze interne (per il 54%) e una maggiore prevedibilità dei costi (per il 51%). Circa un terzo degli intervistati ritiene, infine, che una collaborazione più efficace con i consulenti esterni possa portare a una riduzione dei costi considerevole mantenendo gli stessi livelli di qualità dei servizi offerti.

Ancora Andrea Brancatelli: «Noi riusciamo a tagliare i costi attraverso collaborazioni più efficaci con i consulenti esterni e selezionando, rispetto alle grandi law firm, studi legali minori e professionisti fuoriusciti dalle grandi realtà che aprono la loro boutique: abbiamo la stessa professionalità, lo stesso rapporto interpersonale, ma maggiore efficienza nelle risposte, costi inferiori e minore burocrazia».

Quanto la stessa riduzione dei costi possa avvenire grazie alle tecnologie, tuttavia, è ancora tutto da vedere. «Non credo si potrebbe fare a meno dei professionisti interni sostituendoli con l’AI, perché ormai i professionisti interni hanno competenze molto specifiche, mentre l’IA è più soggetta a permettere una riduzione dei costi nelle attività legali di tipo routinario. Se proprio dobbiamo immaginarci come influirà l’AI nel taglio dei costi, è più probabile che saranno gli studi legali ad implementare una tecnologia che permetterà ai dipartimenti legali interni di risparmiare sulle spese. Insomma, sarà un ulteriore servizio che loro, gli esterni, offriranno a noi interni, attrezzandosi per un’offerta avanzata per i propri clienti! Ovvero sia: quello che era fatto ieri dal professionista e costava 10, un domani sarà fatto da una macchina e costerà 6. In questo modo si parlerà di “light-working” – lavoro reso più leggero ed economico grazie alla tecnologia – dopo che per anni abbiamo sentito parlare di smart-working» ha concluso Brancatelli.

Ha detto la sua a MAG anche Luís Graça Rodrigues (in foto a sinistra), regional head of legal department per Europa, paesi africani di lingua portoghese e Filippine di Minsait. «È chiaro che l’aumento del lavoro giuridico in un contesto di contenimento e razionalizzazione dei costi ci impone di essere creativi nel trovare soluzioni che permettano di svolgere tutto il lavoro con qualità, sicurezza e – cosa molto importante – nei tempi necessari e utili per fare business. Internalizzare le attività giuridiche è un modo eccellente per ridurre i costi. Tuttavia, considerare questo passaggio solo come una manovra finanziaria è molto riduttivo: in aggiunta alla già citata riduzione dei costi, l’internalizzazione del lavoro aiuta a migliorare la performance giuridica delle aziende. Infatti, questo processo garantisce che il lavoro sia svolto da profili in house che lavorano tutto il giorno a fianco del personale tecnico e commerciale dell’azienda, seguono lo sviluppo di prodotti e soluzioni fin dall’inizio e, in quanto tali, hanno una conoscenza molto più approfondita del lavoro in questione e di tutte le tematiche giuridiche che […]

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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