I legali di TIM e di Fibercop nella vittoria davanti al TAR Lazio
Con una sentenza pronunciata il 14 aprile 2023, il TAR Lazio ha rigettato il ricorso presentato da Open Fiber avverso il provvedimento con cui nel 2022 l’AGCM ha chiuso l’istruttoria nel caso I850 – Accordi FiberCop, rendendo vincolanti gli impegni proposti dalle parti e senza accertare alcuna violazione dell’art. 101 TFUE.
Come si è pronunciato il TAR
Il TAR Lazio ha affermato che l’AGCM ha correttamente esercitato l’ampio margine di discrezionalità di cui gode nel valutare gli eventuali impegni presentati dalle imprese accusate. Inoltre ha respinto, tra le altre, la tesi di Open Fiber secondo cui, data la sussistenza delle condizioni per una concorrenza infrastrutturale, il progetto di co-investimento di TIM non sarebbe stato opportuno e avrebbe anzi avuto effetti negativi, riducendo la contendibilità della domanda e disincentivando gli investimenti di OF. Il TAR ha in sostanza riconosciuto che nessuna previsione normativa o regolatoria limita il co-investimento alle ipotesi di impossibilità di sviluppo di altre infrastrutture, trattandosi invece di una modalità operativa a disposizione degli operatori, che va incentivata per la sua capacità di migliorare le condizioni di concorrenza, anche infrastrutturale, riducendo costi e rischi degli investimenti per i singoli partecipanti e consentendo agli OLO di minori dimensioni di partecipare a progetti di infrastrutturazione che non sarebbero in grado di attuare individualmente, con evidenti benefici anche per i consumatori.
I legali interni
Nel contenzioso sono stati attivi il team legale di TIM, composto da Bianca Del Genio (in foto a sinistra) e Paola Pescatore, e il team legale di Fibercop, composto dal general counsel Gianni Venditti (in foto a destra) e da Edoardo Giuntoli.
Gli advisor legali esterni
Cleary Gottlieb ha assistito TIM sia nel procedimento I850 dinanzi all’AGCM che in quello avviato dall’AgCom per valutare l’offerta di co-investimento in base all’art. 76 del Codice delle comunicazioni elettroniche. Le altre parti del giudizio sono state Fastweb, WindTre e Teemo Bidco (controllata da KKR & Co. Inc.).