«Normativa contro il fumo? Io porto in salvo i sigari»

Ilaria de Benedictis, general counsel di Manifatture Sigaro Toscano, racconta a MAG come sta affrontando la direttiva europea contro i tabacchi aromatizzati

di michela cannovale

(questo articolo è uscito nell’ultimo numero di MAG)

La Direttiva 2014/40/UE, detta anche TPD (Tobacco Product Directives) e contenente le disposizioni relative alla lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti a base di tabacco e suoi correlati, è entrata in vigore in tutta Europa nel maggio 2016. Con un obiettivo principale: tutelare la salute dei cittadini e allontanare, per quanto possibile, i giovani consumatori dall’acquisto e utilizzo di sigarette, sigarette elettroniche, tabacco e sigari.

Con questa direttiva, fra le altre cose, è stato introdotto l’obbligo delle cosiddette “avvertenze combinate” sui rischi derivanti dal fumo, che “danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”, che “danneggia i tuoi polmoni”, che “crea un’elevata dipendenza, non iniziare”. “Combinate”, inoltre, perché i messaggi di avvertimento si combinano sempre con immagini fotografiche scioccanti sulle conseguenze del fumo. Con questa stessa direttiva, poi, sono scomparsi anche i vecchi pacchetti da 10. Molti se li ricorderanno.

Ora, per scoraggiare ancor di più il consumo di prodotti lavorati del tabacco tra i giovani, la Commissione europea sta pensando di inasprire ulteriormente la TPD. Tra i provvedimenti in considerazione compare, per esempio, la revisione dell’accisa minima e il divieto di utilizzo degli aromi. Queste misure, attualmente in vigore solo per le sigarette, verrebbero estese anche ad altri prodotti, sigari compresi.

MAG ne ha parlato con Ilaria de Benedictis (in foto), general counsel e responsabile relazioni istituzionali di Manifatture Sigaro Toscano (MST). De Benedictis è anche l’unica figura legale all’interno dell’azienda e, da quando Bruxelles ha avvertito che intensificherà la sua azione legislativa contro il fumo, sta cercando di fare il possibile affinché il “suo” sigaro non sia coinvolto nei divieti.

Perché il sigaro Toscano non dovrebbe rientrare tra i prodotti vietati dalla direttiva europea contro il fumo?
Nel caso del sigaro Toscano le preoccupazioni nei confronti di un eventuale consumo da parte delle giovani generazioni sono infondate per due motivi: in primis, il nostro è un prodotto di nicchia che rappresenta solo l’1% del mercato; in secondo luogo, il sigaro Toscano non è un prodotto per giovani. Il nostro consumatore tipo ha più di 30-35 anni ed è lo stesso motivo per cui il legislatore europeo tempo addietro ha esentato il segmento dei sigari da diversi provvedimenti sia a livello di packaging (sui sigari non sono previste le avvertenze sanitarie fotografiche) sia a livello di ingredientistica (nei sigari è possibile utilizzare aromi). I nostri consumatori, inoltre, non sono semplici fumatori, ma dei veri e propri appassionati: amano il prodotto, la sua tradizione, l’arte di vivere che gira intorno, la sua italianità.

E quali strumenti legali ha finora messo in campo per aiutare l’azienda a tutelare il suo prodotto?
Stiamo lavorando soprattutto per sensibilizzare Bruxelles su temi specifici. Ritengo sia fondamentale mettere nelle mani del decisore europeo strumenti di conoscenza per consentire di prendere delle decisioni che non vadano a ledere o penalizzare un intero comparto o un’intera filiera senza un effettivo vantaggio per il consumatore. Quello che facciamo, nella pratica, è incontrare i soggetti decisori qualificandoci come portatori di interesse per rappresentare, sempre in modo trasparente, il nostro punto di vista.

Qual è il vostro punto di vista esattamente?
In questo caso specifico mi riferisco alle ricadute che determinate politiche restrittive potrebbero avere, sia per le dinamiche economiche che fiscali che occupazionali. La legislazione sui prodotti da fumo è già molto vincolante e nuovi eventuali divieti potrebbero avere un impatto molto grave per noi, ed in particolare per lo stabilimento di Cava de’ Tirreni in cui si producono i sigari aromatizzati, così come sull’intera filiera tabacchicola italiana.

E come sta andando?
Siamo fiduciosi che Bruxelles tenga conto delle nostre osservazioni e che le nostre ragioni possano essere accolte. Finora negli incontri abbiamo riscontrato interesse da parte degli attori europei e grande sensibilità rispetto ai temi posti alla loro attenzione. Come dico spesso, il sigaro Toscano non ha bandiere politiche, ma un’unica grande bandiera che è quella italiana. Tutti hanno compreso le nostre preoccupazioni e si sono mostrati attenti e coinvolti sul tema della salvaguardia di una eccellenza italiana.

Quanti sigari vengono prodotti ogni giorno da MST?
Il sigaro Toscano viene prodotto nelle due manifatture di Cava de’ Tirreni e Lucca, in quest’ultimo ancora oggi è operativo il reparto di sigari fatti a mano senza eguali in Europa, un gruppo di circa 40 sigaraie che dopo un addestramento di 18-24 mesi producono 500 sigari al giorno, con la stessa tecnica e passione di 200 anni fa. Oggi il sigaro toscano è distribuito in oltre 40 paesi, praticamente in tutti i continenti, con una crescita che dal 2006 non ha mai visto interruzioni.

Qual è l’indotto generato da MST?
È un indotto significativo, non solo per quanto riguarda le normali attività di un’azienda manifatturiera (trasporti, logistica, forniture, ecc.) che impattano soprattutto sui territori dove sono presenti gli stabilimenti, ma anche per ciò che concerne quelle agricole. Parliamo di circa 200 aziende con oltre 2000 addetti che si troverebbero improvvisamente a non avere un committente che oggi acquista più del 90% del tabacco Kentucky prodotto in Italia. Un tessuto lavorativo considerevole, insomma. Senza contare che MST non è solo un’azienda che dà lavoro a centinaia di famiglie, ma è anche tradizione e cultura. Non tutti conoscono i duecento anni di storia dietro il nostro marchio. È importante che l’Ue tenga conto delle specificità dei paesi membri, e in particolare delle ricadute sociali ed economiche che alcune decisioni possono comportare.

E i numeri della vostra produzione?
Nell’ultimo bilancio approvato del 2021, il fatturato arriva a 116 milioni di euro, con un export che ha superato il 25%. In tutta Europa il sigaro Toscano sta avendo performance positive: i paesi che guidano la crescita dell’export sono la Turchia, l’Europa Orientale e la Germania, ma anche in Spagna e in Francia i sigari Toscano continuano a crescere. E proprio sulla base di questa crescita, l’unico modo che abbiamo per tutelare il nostro prodotto e quindi il nostro business è informare i nostri interlocutori europei, metterli a conoscenza della nostra realtà aziendale, della peculiarità del nostro prodotto ma anche dell’unicità dei nostri consumatori rispetto agli altri consumatori di tabacchi lavorati.

Allo scopo di tutelare il business dell’azienda dalle normative europee con potenziali effetti negativi, si sta facendo affiancare da studi legali esterni?
Mi supporta una società di consulenza specializzata in lobby e relazioni istituzionali sia in Italia che in Europa.

E al di fuori di questo caso, essendo l’unica figura legale in azienda, per quali attività si fa affiancare da studi esterni?
Principalmente per tematiche connesse alla proprietà intellettuale, al deposito di marchi e brevetti, ma anche questioni legate alla privacy, e a seconda delle varie esigenze e alle tematiche giuridiche da affrontare mi rivolgo di volta in volta a specialisti del settore. Per quanto riguarda invece la gestione contenziosi, ad oggi abbiamo una sola causa civile pendente, avendo chiuso positivamente tutte le altre cause ereditate dalle passate gestioni. 

Un buon risultato, quindi…
Beh, credo che prevenire sia meglio che curare. Ritengo che attraverso la redazione di contratti chiari e precisi ma anche la creazione di una cultura aziendale che ponga la necessaria attenzione al rispetto e al dialogo con le controparti, si possano evitare inutili incomprensioni, ed ancor più inutili e sempre dispendiosi e aleatori contenziosi. Ad ogni modo, nel caso in cui si dovesse generare un conflitto con una controparte preferisco tentare di risolverlo bonariamente anche attraverso la conclusione di accordi transattivi. 

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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