Gestire la crisi: “La chiave di volta è il lavoro di squadra”. Parla Gagliardi, gc di Aspi

di michela cannovale

Dopo quattro anni dalla tragedia del Ponte Morandi, MAG incontra Amedeo Gagliardi (nella foto), general counsel di Autostrade per l’Italia, che da nove anni dirige una squadra composta da 50 risorse divise fra le aree relative ad appalti, societario, penale, gare pubbliche, ricorsi, ufficio sinistri e quella pertinente all’esercizio sui 3000 km di rete autostradale. La società concessionaria gestisce circa il 50% dell’intera rete nazionale a pedaggi e, a fronte di un imponente piano di investimenti e di ammodernamento della rete, si appresta a diventare il principale investitore privato dell’intero sistema Paese.

Nel settore delle opere pubbliche Amedeo Gagliardi ha trascorso tutta la sua carriera. Prima nel Consorzio alta velocità Torino-Milano, poi in Italferr, azienda partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato. Nel 2007 è entrato in Aspi, dove ha dapprima guidato la struttura appalti e contratti per poi diventare, nel 2014, direttore legale della società. Un inizio di estrema complessità, che lo ha subito spinto  a rimboccarsi  le maniche, dall’apertura della Variante di Valico al  processo per  il pullman caduto in un viadotto ad Avellino il 28 luglio 2013 in cui hanno perso la vita 40 persone.  Per quell’incidente – che pure non ha mai riguardato direttamente la società – sono stati condannati in primo grado sei dirigenti di Autostrade, oltre al titolare dell’azienda che gestiva il bus e ad una dipendente della Motorizzazione di Napoli.

Poi c’è stato il 14 agosto 2018. Da quel momento, la società, attraverso il lavoro del nuovo amministratore delegato, Roberto Tomasi, e di tutti i suoi dipendenti, è riuscita a risalire la china, avviando un percorso di trasformazione organizzativa e manageriale culminato con lo storico passaggio di proprietà di Autostrade che, dal maggio 2022, è uscita dal controllo di Atlantia, e oggi è controllata da una cordata il cui 88% è detenuto da Cassa Depositi e Prestiti (51%), Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e Macquarie Asset Management (24,5%), per il tramite della holding HRA.

A MAG, Gagliardi, oggi impegnato nel supportare la società nel suo percorso di trasformazione, ha raccontato come ha guidato e coinvolto la sua squadra di avvocati in house nella gestione delle emergenze, come quella legata al delicato processo per Genova, da cui la società è uscita prima del suo inizio definendo un importante patteggiamento.

Partiamo dalla vicenda del Ponte Morandi vissuta dal punto di vista dalla direzione legale di Autostrade. Come vi siete organizzati?
La mia direzione è stata fortemente impattata da questa tragedia: basti pensare alla gestione del procedimento penale e agli altri filoni di indagine connessi al crollo del ponte, ai risarcimenti di tutte le persone offese e ai contenziosi civili avviati, fino alla gestione del procedimento amministrativo di revoca della concessione. Un percorso complesso e doloroso che, dal 2018, si è chiuso soltanto nel 2022, ma che ha lasciato intatta la consapevolezza che nulla potrà mai cancellare la memoria di quel giorno.

Come vi siete mossi?
Abbiamo immediatamente costituito un comitato di crisi interno per analizzare ogni aspetto dello scenario che era in costante evoluzione e garantire un flusso uniforme di informazioni tra tutte le strutture coinvolte. Per quanto riguarda nello specifico il procedimento penale, le indagini sono durate dal 2018 fino ad aprile 2021, quando è stato depositato l’avviso di conclusione delle indagini unitamente a tutta la documentazione istruttoria: circa 90.000 documenti. Parallelamente alle indagini, si sono svolti due incidenti probatori di cui il primo finalizzato all’accertamento dello stato dei luoghi e delle cose e il secondo alla ricerca della causa del crollo. Entrambi si sono conclusi con il deposito di due perizie.

Qual è stato, fra tutti, il maggior risultato della squadra legale?
Parlerei di risultati al plurale. E sono principalmente due. Il primo è stato la definizione del procedimento di revoca della concessione, concluso con un accordo con la parte governativa. Ciò ha consentito di salvaguardare l’esistenza della società e di tutelare 7.000 posti di lavoro, lasciando al Paese un’azienda che è oggi operatore integrato della mobilità, in grado di gestire tutti gli aspetti connessi a questo universo, a partire dal monitoraggio delle infrastrutture e il loro ammodernamento, oltre ad offrire le competenze necessarie allo sviluppo di nuove tecnologie e alla messa a terra delle nuove opere.

Il secondo?
È rappresentato dall’udienza preliminare in cui il GUP ha accolto…

PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG.

redazione@lcpublishinggroup.it

SHARE