Daniele Ciccolo: «Il team legale come una squadra di pallavolo»

Il general counsel di Telepass: «Così prendo ispirazione dall’allenatore Julio Velasco»

di michela cannovale

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«Quando, dopo una partita di pallavolo, gli schiacciatori si lamentano della pessima alzata del loro compagno di squadra, io mi innervosisco. Perché? Perché voglio giocatori in grado di colpire bene anche i palloni alzati male. Che non commentino le mosse sbagliate degli altri, ma che le risolvano. Per schiacciare benissimo tutti i colpi!».

Queste sono le parole pronunciate da Julio Velasco, che nel gioco della pallavolo ha segnato un’epoca non solo per le sue doti di dirigente sportivo, ma anche per la capacità di influenzare la generazione di allenatori che lo ha succeduto. A citarle a MAG, nel corso di un’intervista, è Daniele Ciccolo (in foto), attuale general counsel di Telepass, messinese di nascita ma milanese d’adozione, una vita da legale in house che lo ha visto iniziare in A2A nel 1997 e poi passare attraverso Metroweb, Fastweb, Netscalibur e Autostrade. In Telepass è entrato nel 2017, quando ancora non esisteva alcun ufficio legale interno. La sua squadra, composta oggi da nove risorse, l’ha creata da zero.

«Chi in passato ha giocato a pallavolo, a calcio, a hockey, o a qualunque altro sport di squadra – racconta Ciccolo – capirà cosa intendo quando dico che, per vincere la partita, è fondamentale la collaborazione di tutti i membri del gruppo. E questo è lo spirito che cerco di passare nel team e in azienda. Che ci si trovi in campo o in sala riunioni, una cosa è certa: abbiamo sempre bisogno degli altri per avere successo. È seguendo questo criterio, oltre che le competenze e le soft skills, che abbiamo scelto, con i colleghi di HR, i componenti del team legale».

Se quello della collaborazione è un principio certamente valido in molti contesti, lo diventa ancor di più all’interno di un’azienda che, come Telepass, ha subito una notevole trasformazione negli ultimi anni, accrescendo esponenzialmente la propria offerta di servizi. Poiché dove aumentano i servizi, si sa, aumentano contestualmente anche le necessità di competenze legali, ancor più se si tratta di servizi regolati.

«Siamo stati a lungo quelli che facevano solo alzare la sbarra al casello autostradale, poi abbiamo messo il turbo sulla diversificazione dei prodotti e dei servizi. Diversificazione che è stata seguita e costruita fianco a fianco allo sviluppo delle skill legali del gruppo».

In effetti, Telepass, che per anni è stata unicamente un esattore di pedaggi autostradali, si è ormai affermata come protagonista della smart mobility. Piccolo ripasso: la sua app consente, attraverso un unico abbonamento, di pagare l’ingresso in autostrada ma anche il bollo, la revisione e il lavaggio dell’auto, il parcheggio nelle strisce blu urbane e quello nelle zone convenzionate all’interno di stazioni e aeroporti. Permette di accedere all’area C di Milano e di attraversare lo Stretto di Messina, di fare il pieno di carburante (o di elettricità) e di noleggiare monopattini, biciclette e motorini elettrici. Con la stessa app è anche possibile richiedere fino a quattro skipass per sciare tutto l’inverno, acquistare i biglietti del pullman che ci porta a casa a Natale, sottoscrivere l’assicurazione RC Auto o travel e prenotare gli spuntini da ritirare in Autogrill durante il viaggio.  Negli ultimi anni il gruppo ha persino sviluppato Next, un nuovo dispositivo che, installato in auto, costituisce una soluzione per la mobilità che unisce assicurazione, telematica e telepedaggio. Servizi, insomma, tutti collegati alla comodità della mobilità. E sulla base dei quali è nato ed è stato modellato il dipartimento legale in house.

Ciccolo spiega infatti che «è stato tenendo presente l’evoluzione dell’offerta di Telepass, oggi IMEL (Istituto di Moneta Elettronica) ibrido, che abbiamo calibrato la formazione della squadra legale, importando le diverse skill necessarie a seconda del prodotto pensato per il pubblico. La prima urgenza, per esempio, è stata la protezione dei dati sensibili, così abbiamo cercato un data protection officer. Serviva un legale esperto in materia di pagamenti, un legale che avesse capacità consumeristiche ed in materia di comunicazione al cliente, chi gestisse la crescente complessità societaria del gruppo, chi avesse esperienza in materia di assicurazioni, un legal privacy officer, chi si occupasse di reti distributive e di proprietà intellettuale, per citare solo alcune delle competenze di cui abbiamo avuto bisogno. Oggi il team conta 10 risorse (ma vogliamo far crescere ancora la squadra), tutte specializzate ma trasversali, così da poter lavorare insieme, e tutte in grado di coniugare saldamente l’ottica legale a quella business. Se così non fosse, d’altronde, non riuscirebbero a dare ai prodotti del gruppo la forma legale più adeguata. Prima di lanciare un nuovo servizio, infatti, si forma un gruppo lavoro composto da tutte le aree aziendali interessate che si interfaccia al team legale per capire come costruire e regolare quel determinato servizio. Questo si traduce, per noi legal, in contratti per i merchant e per la clientela, nella redazione di convenzioni, negoziazioni e contratti relativi a proprietà intellettuale e comunicazione commerciale. Come dicevo, tutto questo non sarebbe possibile se non ci fosse un vero lavoro di squadra».

Il team legal. In senso orario: D. Ciccolo, M. Incitti, D. Ajello, G. Papalia, V. Speranza, V. Capogrosso, C. Carboni, D. Tornabene, S. Catalano, S. Sambughi

La stessa squadra (che trovate qua sopra in foto) ha lavorato allo stesso modo ogni volta che Telepass è approdata all’estero (oltre all’Italia, nel corso degli anni si è espansa in Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Ungheria, Svizzera, Bulgaria e Polonia). «Pur appartenendo a una nicchia in origine tutta italiana – il telepedaggio appunto –, siamo oggi presenti in 14 paesi europei. A seconda delle norme nazionali in vigore, il pedaggio può essere regolamentato come tassa o come servizio. Per attivare il servizio in un nuovo paese, di regola, il business e il team legale in house si mettono in contatto con i toll charger esteri e cercano gli studi legali locali con cui interfacciarsi per arrivare alla convenzione in un mercato europeo competitivo e in via di liberalizzazione», spiega ancora Ciccolo. Prima di concludere: «Ecco, per tutte queste ragioni sono convinto che Telepass sia una specie di accademia per i legal manager, anche perché varie attività aziendali si svolgono sotto la vigilanza di autorità quali Banca d’Italia, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il Garante Privacy, IVASS, per citarne solo alcune, e il dipartimento legale accompagna e disciplina tutto questo sotto il profilo contrattuale e della regolazione. In questa accademia, ovviamente, il ruolo dell’allenatore-giocatore ha la sua parte. E, come diceva Velasco, si diventa grandi allenatori non quando si insegna ai giocatori a muoversi secondo le proprie intenzioni, ma quando si permette loro di muoversi autonomamente».

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michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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