Amazon Italia ottiene la certificazione di parità di genere

Amazon Italia ha ottenuto la certificazione della parità di genere. Come si legge sul sito dell’azienda, la certificazione, che ha una validità di tre anni e sarà soggetta a monitoraggio annuale, attesta che l’azienda è conforme ai requisiti definiti per garantire un sistema realmente inclusivo che rispetti la diversità di genere sul posto di lavoro, sulla base di dati e obiettivi misurabili. La valutazione è stata realizzata sulla base di sei indicatori: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità retributiva di genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

“Finalmente lo possiamo dire ufficialmente: Amazon è la prima azienda in Italia del settore e-commerce ad aver ottenuto la certificazione di parità di genere”, afferma Margherita Repetto (in foto), senior diversity, equity e inclusion business partner per Amazon in Italia e Spagna.

L’impegno per ottenere la certificazione è stato fissato nel marzo 2022 quando la prassi è diventata parte integrante delle priorità strategiche della Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “La cultura di inclusione ed equità è già da tempo fortemente radicata nella filosofia Amazon. La grande sfida è stata proprio quella di tradurre i nostri metodi nel linguaggio dell’ente certificatore, Bureau Veritas, che ha seguito l’audit esterno”, prosegue Repetto, precisando che “in Amazon i temi DEI vengono affrontati e gestisti come qualunque altro asset strategico per il business e, di conseguenza, sviluppiamo strategie puntuali con la definizione di metriche, obiettivi e parametri da rispettare e seguire. Definiamo obiettivi precisi in termini di rappresentanza di genere, inclusione della comunità LGBTQIA+ e aumento del livello di accessibilità per persone con disabilità. Altri obiettivi riguardano, per esempio, lo sviluppo dei corsi di formazione per i dipendenti su tematiche di genere e diversità. Tutte azioni concrete e impegni di medio-lungo termine che sono stati presi in esame in fase di audit”.

Uno degli elementi considerati positivamente ai fini della certificazione è proprio l’introduzione della figura del DEI manager, oltre al fatto che in Amazon è presente un approccio attento all’inclusività sin dal processo di selezione dei dipendenti in base a cui le risorse umane sono tenute a seguire corsi di formazione specifici per garantire che i colloqui vengano condotti nel modo più equo e inclusivo possibile, a cominciare dall’utilizzo di un linguaggio idoneo.

A questo proposito, come sottolineato da Repetto, “una figura come quella del Bar Raiser è del tutto innovativa. Si tratta di un intervistatore che partecipa al processo di selezione come terza parte oggettiva e che non fa parte del team in cui è aperta la posizione. Oltre a svolgere il loro lavoro quotidiano, i Bar Raiser sono intervistatori appositamente formati, ritenuti consulenti esterni capaci di contribuire a mantenere sempre un giudizio imparziale. Se pensiamo poi all’utilizzo del linguaggio corretto, per esempio, un’altra azione concreta su cui stiamo lavorando con costanza è quella di far sì che tutta la nostra comunicazione e le nostre policy diventino gender neutral”.

“Insieme a HR, Talent Acquisition, Public Policy, PR e Legal, sono stati mesi intensi in cui abbiamo avuto l’opportunità di riflettere su molti aspetti della nostra azienda che noi internamente diamo ormai come prassi acquisita, ma che esternamente non sono affatto scontati: a partire dal pacchetto di benefit offerto a tutti i nostri dipendenti, sin dal loro primo giorno di lavoro. Penso, in particolare, al congedo parentale esteso rivolto a tutte le coppie sposate, conviventi e di fatto che prevede fino a 6 settimane di assenza retribuita, per figli naturali e adottivi, alla copertura al 100% della maternità rispetto all’80% garantito dallo Stato, all’assicurazione sanitaria e all’assistenza medica privata”, conclude Margherita.

michela.cannovale@lcpublishinggroup.com

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