Lavoro in presenza: è ideale per il 65% dei ceo
Riportiamo di seguito i risultati della survey KPMG ‘CEO Outlook 2022’, che raccoglie le opinioni di più di 1.300 CEO delle più grandi aziende al mondo sulle prospettive dell’economia globale e sulle strategie per rispondere ad un contesto fortemente incerto come quello attuale.
Focus sui rischi reputazionali e sull’attrazione dei talenti
Il rischio reputazionale, e quindi il pericolo di un disallineamento rispetto alla percezione della propria azienda da parte di clienti e opinione pubblica, sta destando maggiori preoccupazioni tra i CEO rispetto all’inizio del 2022 (10% ad agosto contro il 3% a febbraio). In risposta alle sfide geopolitiche, il 51% delle organizzazioni globali ha interrotto la collaborazione con la Russia e il 34% prevede di farlo nei prossimi 6 mesi.
Attrarre i talenti è una sfida sempre più complessa, sia per il contesto economico globale volatile, sia per gli obiettivi di crescita dei CEO. Più di due terzi degli amministratori delegati (71%) concordano sul fatto che la capacità di trattenere i talenti, tenendo presente le pressioni inflattive e l’aumento del costo della vita, è al primo posto, così come gli impatti nel lungo termine sulle organizzazioni della pandemia e delle tensioni geopolitiche.
Con il perdurare delle tensioni macroeconomiche, il fenomeno delle great resignation potrebbe rallentare; alla luce di questo, il 39% dei CEO ha già implementato un blocco delle assunzioni e il 46% considera di ridimensionare la propria forza lavoro nei prossimi 6 mesi. Tuttavia, la visione triennale è più
ottimistica, con solo il 9% che si aspetta un’ulteriore riduzione dell’organico.
Il lavoro da remoto come fonte di attrazione dei talenti
Il lavoro da remoto o ibrido ha avuto un impatto positivo su assunzioni, collaborazione e produttività
negli ultimi 2 anni. Tuttavia, molte aziende multinazionali stanno lanciando piani di rientro in ufficio per sancire una sorta di ‘ritorno alla normalità’: il 65% dei CEO intervistati vede il lavoro in presenza come la modalità di lavoro ideale per i prossimi 3 anni, mentre il 28% preferisce un sistema ibrido e il 7% completamente da remoto. Se si guarda alla realtà italiana, il 56% dei CEO italiani intervistati ha indicato il lavoro in presenza come l’ambiente di lavoro ideale per i prossimi 3 anni, mentre il 42% preferisce un sistema ibrido e il 2% completamente da remoto.
L’importanza delle soluzioni ESG
Quasi un quarto (22%) dei CEO afferma che la mancanza di competenze ed esperienze sta ostacolando l’implementazione delle soluzioni ESG, un aumento rispetto al 16% di inizio anno.
I CEO riconoscono l’importanza delle iniziative ESG per le loro attività, soprattutto quando si tratta di migliorare la performance finanziaria e di guidare la crescita: quasi la metà (45%) dei CEO concorda sul fatto che i progressi in materia di ESG migliorano le prestazioni finanziarie aziendali, un aumento rispetto al 37% di appena un anno fa.
Tuttavia, a causa della perdurante incertezza economica, la metà delle aziende sta interrompendo o riconsiderando i propri sforzi ESG in essere o pianificati per i prossimi 6 mesi e il 34% lo ha già fatto.