Moda e management al femminile. Italia ancora lontana dalla media Ue

Cresce la presenza femminile negli organi societari del fashion Made in Italy, ma la quota “rosa” nei CdA italiani è ancora lontana dalla media europea. Questi alcuni dei risultati delle analisi PwC sul management della moda italiana.

Secondo le rilevazioni PwC, effettuate sulle visure di 57 aziende associate alla Camera Nazionale della Moda Italiana, tre donne su dieci sono riuscite a entrare negli organi societari del comparto (30,4% di rappresentanza femminile), segnando una crescita del 7,8% sul 2020.

DONNE, GOVERNANCE E MANAGEMENT

Guardando solo alla composizione dei CdA del fashion, le donne rappresentano il 25,6% dei membri (+11,6% sul 2020). Nonostante il miglioramento, le aziende italiane sono ancora lontane dalla media europea, pari al 32,7%, e da quelle dei player internazionali che vedono la Francia in testa con il 41,7% di donne nei board, seguita dagli Stati Uniti (37,9%) e dal Regno Unito (36%) (Fonte Mediobanca).

Nel 2021 i best performer del settore per presenza femminile nei cda sono Brunello Cucinelli (6 donne in cda), Salvatore Ferragamo (6 donne in cda), e Tod’s (5 donne in cda). 

A livello globale, nel 2021 sono state nominate poco più di 80 nuove ceo donne nel settore fashion, valore in flessione rispetto alle 100 nomine di ad femminili registrate nel 2020 (Fonte: Nextail, Fashion Newest CEOs, 2021 e 2022).

«Abbiamo un notevole gap da colmare rispetto al settore a livello globale ed europeo. Auspichiamo che le misure in cantiere da parte del Governo e una maggior attenzione alla formazione STEM da parte dell’universo femminile possano contribuire a uno sviluppo paritario e sostenibile del comparto», commenta Erika Andreetta (nella foto), EMEA Luxury Community Leader PwC Italia.

LA FILIERA

Il comparto Tessile-Abbigliamento conferma la propria vocazione “rosa”, con una media della manodopera femminile nel 2020 pari al 59,8%, superiore di oltre 30 punti percentuali alla media nel comparto manifatturiero nazionale nel suo complesso (28,7%).

In particolare, la quota dell’occupazione femminile nell’industria tessile è pari al 49%, mentre raggiunge il 66,7% nell’abbigliamento.

DONNE IN ORGANICO

A livello di qualifica, l’incidenza femminile più alta si registra nelle posizioni impiegatizie, dove le donne rappresentano il 67,5% del totale degli impiegati e a seguire nei ruoli di produzione: il 58,2% degli operai è donna così come il 58,1% degli apprendisti. 

Ancora minoritaria, invece, la percentuale di donne “quadro”, pari al 37,6% contro il 62,4% di uomini, e ulteriormente al ribasso per i ruoli dirigenziali (22,6% donne, vs. 77,4% uomini).

Considerando solo il segmento delle lavoratrici femminili, nel Tessile-Abbigliamento quasi 7 donne su 10 (69,3%) sono operaie, a fronte di una quota dello 0,9% di donne quadro e 0,3% di donne dirigenti.

In termini di classi d’età, l’occupazione femminile si concentra soprattutto nelle fasce fra i 40-49 anni (32,8%) e fra i 50-59 anni (32,4%), confermandosi minore per le donne sotto ai 29 anni (9,8%) e nella fascia 30-39 anni (19,1%). Sfiora invece il 6% l’occupazione per le donne over 60.

Nel settore conciario le donne rappresentano il 18% dei lavoratori, per un valore assoluto di 3.109 addette di cui circa l’89% è inquadrato con un contratto a tempo determinato. Solo il 9,3% delle lavoratrici ricopre un ruolo esecutivo o dirigenziale nel comparto (fonte UNIC).

L’OCCUPAZIONE FEMMINILE NELLE PMI

Per completare l’outlook sull’occupazione femminile nell’intera filiera della moda italiana, l’ufficio studi PwC ha diffuso un questionario per indagare la quota e il ruolo delle donne nei comparti produttivi delle PMI associate a CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato), CNMI, SMI e UNIC.

Dall’indagine è emerso che per il 51% del campione intervistato la percentuale di donne lavoratrici è superiore al 60%, confermando la netta prevalenza femminile, mentre per il 70% del campione la percentuale di donne lavoratrici è superiore al 40%.

Relativamente alle mansioni, il 41% del campione registra un’occupazione femminile superiore al 60% nel settore vendite, mentre per il 34% del campione la percentuale di lavoratrici supera il 60% per le mansioni produttive.

Nel perimetro analizzato, oltre il 36% delle PMI dichiara di avere un CdA con quota femminile superiore al 60%, mentre 4 CEO su 10 sono donne.

Relativamente agli ambiti presidiati, il 31% delle donne nei ruoli manageriali lavorano nei dipartimenti di produzione (31%), marketing (16,9%) e finanza (14,5%).

Erika Andreetta, aggiunge: «La filiera della moda a livello nazionale ha la necessità di una riqualificazione e di un inserimento di nuove generazioni per dare sostenibilità a questo importante settore del Sistema Paese. Gli Istituti Tecnici, i corsi universitari e i master in ambito digitale e nuove tecnologie, giocheranno un ruolo fondamentale per mantenere competitivo il settore a livello internazionale».

L’EVENTO

I temi sono stati al centro dell’evento “Donne e Moda: il barometro 2022”, promosso da PwC Italia in collaborazione con Il Foglio della Moda, che ha visto la partecipazione di Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, Carlo Capasa, presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, Maurizio Crippa, vicedirettore vicario Il Foglio Quotidiano, Francesca di Carrobio, amministratore delegato Hermès Italia, Silvia Damiani, vicepresidente Gruppo Damiani, Elisabetta Franchi, imprenditrice, Fabiana Giacomotti, curatrice Il Foglio della Moda e coordinatrice della Commissione Cultural Change del W20 Italy, Alessandra Gritti, Ceo Tamburi Investment Partners, Linda Laura Sabbadini, Chair W20 Italy, Direttrice Centrale ISTAT, Angelica Visconti, Vice Presidente Salvatore Ferragamo ed Erika Andreetta, Partner PwC Italia.

Il dibattito ha messo in luce i risultati della 2° edizione della survey “Donne e Moda”, promossa da PwC Italia in collaborazione con Il Foglio della Moda, inserto mensile di cultura e industria della moda del quotidiano Il Foglio, con cui questa ricerca – unica nel settore – è stata ideata e sviluppata lo scorso anno per indagare la presenza femminile su tutta la filiera della moda italiana, analizzando la tipologia di mansioni ricoperte dalle donne nelle aziende e la rappresentanza nei ruoli apicali, grazie allo studio dei dati delle principali associazioni di settore: Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI), Confindustria Moda, e in particolare di Sistema Moda Italia (SMI) e dell’Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) e CNA Federmoda.

redazione@lcpublishinggroup.it

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