Docu-serie e sport, il caso All or Nothing: Juventus

di giuseppe salemme
Alessandro Chiaberge

Inutile girarci attorno: lo sport è una delle tante fonti di intrattenimento a nostra disposizione. Una fonte d’intrattenimento i cui confini sono sempre più sfumati.Il prodotto sport, per ritagliarsi uno spazio nel tempo libero delle persone, deve sgomitare con i nuovi giganti dell’intrattenimento: concorrenti del calibro di Netflix e YouTube, Instagram e Twitch. In una continua frizione che tuttavia spesso origina contaminazioni interessanti.

Uno dei format più in voga del momento è infatti quello della docu-serie: letteralmente il modo in cui le stagioni sportive diventano vere e proprie stagioni televisive. Voci, volti, dinamiche umane, sportive e manageriali, sono raccontati grazie a una troupe televisiva costantemente (o quasi) al seguito degli atleti o delle loro squadre. Una nuova forma di storytelling sportivo, moderno e al passo coi tempi, con già diversi esempi di prodotti di successo (vedi box). Ma che richiede uno sforzo produttivo e organizzativo non banale.

L’ultimo esempio di un prodotto simile è “All or Nothing: Juventus”, serie prodotta da Amazon Studios e disponibile in esclusiva su Prime Video. Durante tutta la stagione 2020/21, la squadra torinese ha infatti accordato alle telecamere Amazon un accesso esclusivo alla vita del club e a quella dei suoi giocatori: centinaia di ore di girato convertite in 8 episodi che raccontano nel dettaglio la stagione con tutti i suoi retroscena.

Nell’alternanza tra allenamenti, matchday, vita di spogliatoio, cda e riunioni marketing, uno degli aspetti che più solleticano la curiosità di chi guarda una serie come questa è proprio di natura giuridica: cosa significa mettere in piedi una produzione simile dal punto di vista legale? Come si conciliano gli interessi e i diritti di tutte le parti in gioco? O anche, banalmente, dove e quanto prima comincia il lavoro legale in senso stretto?

MAG ha voluto fare queste domande al “regista legale” della produzione di “All or Nothing: Juventus”, Alessandro Chiaberge, che nel maggio 2020 ha inaugurato e dirige tuttora la direzione affari legali di Amazon Studios in Italia.

Della serie sulla Juventus si è parlato molto negli ultimi mesi. Ma come si struttura dal punto di vista legale una produzione di questo tipo?

Dal punto di vista contrattuale, a monte di tutto c’è l’accordo con il titolare del marchio “All or Nothing”, che ha brandizzato questo tipo di format e ne consente l’adattamento a diversi sport e territori. Il marchio è nato negli Stati Uniti, con il football americano, e poi è stato usato anche per il rugby. In Europa, le due stagioni dedicate al Manchester City e al Tottenham hanno fatto da apripista per il mondo del calcio. E ora è stata la volta della Juventus.

Capisco. E quali sono gli step successivi all’accordo per il brand?

La precondizione essenziale è trovare una casa di produzione che abbia l’expertise per gestire un lavoro così impegnativo: disponibile e con mezzi adatti a seguire per un’intera stagione le vicende di una squadra di atleti professionisti. E poi bisogna trovare un accordo con il club.

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ilaria.iaquinta@lcpublishinggroup.it

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