Migliorare l’employee experience: la priorità delle aziende europee post pandemia
Secondo Willis Towers Watson le aziende hanno adottato nuove misure per affrontare le nuove sfide e modelli di lavoro.
Man mano che le aziende passano a nuove modalità di lavoro, si contano sempre più organizzazioni in Europa occidentale che stanno dando massima priorità al miglioramento dell’employee experience. Questo, in sintesi, è quanto emerge dalla nuova survey realizzata da Willis Towers Watson. Tuttavia, sebbene i datori di lavoro riconoscano che ci vorrà tempo per adattarsi alla nuova realtà e che questo richiederà un modello di lavoro ibrido, molti non sono pronti ad affrontarne le sfide.
Quasi tutte le aziende hanno dichiarato che migliorare l’employee experience sarà un’importante priorità nel corso dei prossimi tre anni. La maggior parte dei partecipanti crede che sia un fattore chiave per il benessere dei dipendenti, l’engagement, la produttività e l’attraction e retention dei talenti in azienda.
La 2021 Employee Experience Survey ha appurato che ci vorrà tempo per adattarsi pienamente alla realtà post-pandemia.
Solo il 9% ritiene che l’emergenza sanitaria abbia sufficientemente rallentato per poter porre fine alle politiche e ai programmi temporaneamente messi in atto per l’emergenza sanitaria. Il resto dei partecipanti ha indicato che sarà pronto a farlo durante la seconda metà di quest’anno, oppure nel 2022 e negli anni a venire. I datori di lavoro si aspettano che la proporzione dei dipendenti che lavorano principalmente da remoto scenda dall’attuale 51% al 21% nei prossimi tre anni. Inoltre stimano che un dipendente su tre (34%) lavorerà in modalità ibrida in ufficio e da remoto, raddoppiando l’attuale proporzione (17%).
“Che sia a causa di iniziative da parte del datore di lavoro, quali riduzioni dello stipendio e licenziamenti, o a causa del lavoro virtuale e di difficoltà personali per alcuni dipendenti, la pandemia ha messo in evidenza delle carenze di molte aziende” ha commentato Edoardo Cesarini, amministratore delegato di Willis Towers Watson Italia. “Migliorare l’employee experience è quindi diventato un imperativo per le aziende; richiederà tempo e porrà delle sfide che molti al momento non sono pronti ad affrontare”.
Infatti, quasi nove aziende su dieci (87%) riconoscono che la nuova realtà del mercato del lavoro richiederà un modello ibrido per diversi ruoli lavorativi. Tuttavia, molte non sono pronte a realizzare ciò.
Solo quattro su dieci partecipanti nell’Europa occidentale stanno programmando di adattare i percorsi di carriera. Il 39% sta ridefinendo i pacchetti di Total Rewards al fine di tener conto di differenti profili professionali. Oltre la metà delle aziende (57%) dichiara flessibilità riguardo a dove e quando il lavoro viene svolto.
L’uso della digitalizzazione per trasformare l’employee experience in modo radicale sarà fondamentale nel corso dei prossimi tre anni secondo una ampia quota di partecipanti (75%).
Gli ambiti includono: learning & development (63%); formazione manageriale (61%); inclusion & diversity (61%) e organizzazione flessibile del lavoro (59%).
Cesarini ha aggiunto: “Nel guardare al futuro dell’era post-pandemia, sarà critica la capacità delle imprese di porre attenzione all’employee experience. Per avere successo, devono iniziare a costruire una coraggiosa strategia di miglioramento collegata alla strategia di business e basata su un modello consolidato. Inoltre, possono passare alla fase realizzativa – adattando programmi e politiche che tengano conto del lavoro flessibile, lavorando sulla equità retributiva, migliorando l’erogazione dei benefit e i programmi per il benessere, supportando i propri dipendenti in un contesto di lavoro più flessibile e agile, adeguando i programmi di Total Rewards per andare incontro ai bisogni di una forza lavoro sempre più diversificata”.