Transizione occupazionale al tempo del Covid: una risorsa per aziende e lavoratori
La crisi da Covid-19 ha avuto un forte impatto sul mondo del lavoro. Per poter continuare a competere nell’economia post-pandemica, molte aziende dovranno cambiare il proprio modello di business e avranno bisogno di riqualificare i propri lavoratori, a partire dalle competenze. In questo scenario è possibile che si registri un aumento della disoccupazione, accelerato anche dallo sblocco dei licenziamenti.
I risultati della ricerca condotta da Right Management – Talent Solutions di ManpowerGroup evidenziano che percorsi di outplacement (servizio di consulenza che supporta la persona nella transizione verso un nuovo lavoro), rivestono un ruolo fondamentale nell’aiutare aziende e lavoratori in percorsi di transizione lavorativa.
I dati provenienti da oltre 300mila processi di ricollocamento mostrano che nel 2020 il 79% dei candidati che è stato coinvolto in un processo di questo tipo è passato ad un nuovo lavoro con un ruolo uguale o superiore, mentre il 57% dei candidati ha trovato una posizione con un compenso uguale o superiore, permettendo dunque un sostanziale avanzamento di carriera. I dati indicano inoltre che è necessario adottare un approccio agile per riuscire a trovare una nuova posizione: nel 2020 ben il 48% dei candidati che si trovavano in una fase di transizione occupazionale ha infatti cambiato lavoro attraverso un percorso di outplacement.
Si rileva inoltre che i lavoratori inseriti in programmi di ricollocamento si trovano ad avere la necessità di sviluppare nuove competenze per rispondere alle esigenze di nuovi ruoli professionali; stanno infatti aumentando sempre più i lavoratori che cambiano settore e posizione. I dati di Right Management rivelano che a livello globale il 49 dei candidati che viene inserito in programmi di ricollocamento trova un nuovo ruolo in un settore diverso. Si tratta della più alta percentuale registrata negli ultimi otto anni.
I lavoratori che più sono coinvolti in programmi di outplacement nel 2020 provengono da funzioni come l’IT (21%), sales (12%) e finanza (9%).
Nei prossimi cinque anni, in seguito all’integrazione di nuove tecnologie, il 43% delle aziende prevede di ridurre la propria forza lavoro. Tuttavia, nello stesso periodo e per le stesse ragioni, il 34% delle aziende prevede invece di espandere la propria forza lavoro. Le competenze necessarie stanno dunque cambiando. Nei prossimi dieci anni, la richiesta di competenze (soprattutto tecnologiche e di comunicazione) aumenterà considerevolmente. Allo stesso tempo, una ricerca dell’OCSE[1] indica che il 32% dei posti di lavoro attualmente esistenti subirà cambiamenti significativi, e il 14% dei ruoli potrebbe essere completamente automatizzato.
La sfida per le aziende è dunque quella di adattarsi ai cambiamenti sempre più veloci del mercato del lavoro. La capacità di raccogliere e analizzare i dati è dunque cruciale nei percorsi di ricollocamento.