Bain & Company: 150 mld dalla partecipazione femminile al mondo del lavoro

La partecipazione delle donne al mondo del lavoro ha un potenziale per il Paese compreso tra 50 e 150 mld di euro in termini di Pil. In Italia le opportunità di carriera e stipendio per le donne sono ancora inferiori rispetto a quelle degli uomini: all’interno di società quotate, solamente una ceo su dieci è donna. In politica la situazione non è molto differente: le donne Ministro e le parlamentari sono solo tre su dieci. Il pay gap medio in Italia nel settore privato è del 21%, tra i valori più alti d’Europa; questo numero cresce ulteriormente all’avanzare del percorso di carriera.

Il mercato del lavoro italiano è fortemente sbilanciato a sfavore delle donne e l’equità rappresenta un traguardo ancora lontano.

Emerge dall’indagine sulla diversity nei luoghi di lavoro “L’Italia non è (ancora) un paese per donne”, realizzata da Bain & Company Italia sulle prime linee di oltre 40 aziende, che impiegano in totale più di 350mila dipendenti solo in Italia.

Il rapporto di Bain & Company sottolinea inoltre come in Italia ci siano sempre più donne qualificate che non partecipano alla forza lavoro, con una forbice che cresce all’aumentare dell’età. Il fenomeno, tuttavia, non piò essere giustificabile “causa figli”, dal momento che la natalità italiana è la più bassa d’Europa. Inoltre, la pandemia ha ulteriormente peggiorato la condizione sociale ed economica della donna, inasprendo il divario già esistente tra uomini e donne nella partecipazione al mondo del lavoro e incrementando il numero di violenze domestiche e femminicidi. Un altro fenomeno a cui guardare con attenzione è quello di fuga dei cervelli femminili: le donne tendono ad espatriare più frequentemente (20% in più rispetto agli uomini), e a non fare ritorno (30% in meno rispetto agli uomini).

 

 

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