Giuristi d’impresa, da remoto si lavora di più
Da remoto i giuristi d’impresa lavorano di più che in ufficio. Quando si trovano a distanza, i legali d’azienda dedicano al lavoro in media 83 minuti al giorno in più.
È una delle evidenze della “Survey sulle direzioni affari legali e il lavoro da remoto” condotta dalla redazione di inhousecommunity.it in collaborazione con l’Associazione Italiana dei Giuristi d’Impresa (AIGI), per fare il punto sull’uso che gli uffici legali in house fanno di questa metodologia di lavoro. L’indagine ha interessato un campione di 282 giuristi appartenenti a direzioni legali interne italiane variegate in termini di dimensioni e di settore di attività dell’azienda di appartenenza (vedi box dedicato).
Nello specifico, il tempo aggiuntivo medio (Fig.1)è calcolato sul totale dei rispondenti tenendo conto, in misura ponderata, di chi dichiara che da remoto lavora esattamente quanto fa in ufficio (25%), di chi dice di farlo di meno (4%) e di riferisce di lavorare di più (70%). Tra questi ultimi, in particolare, il 44% afferma di dedicare al lavoro mediamente due ore in più al giorno, il 21% un’ora, il 19% tre ore, il 7% oltre quattro ore e il 4% mezz’ora. I pochi che sono invece riusciti a ridurre i tempi della propria giornata lavorativa, lo hanno fatto principalmente di mezz’ora (36%), anche se non manca chi ha guadagnato oltre quattro ore (27%).
Se da un lato il lavoro da remoto allunga la tradizionale giornata lavorativa, dall’altro consente ai giuristi d’impresa di guadagnare quotidianamente 55 minuti. (Fig.2) Questo è infatti il tempo medio risparmiato eliminando gli spostamenti casa-ufficio. Quasi un’ora aggiuntiva da dedicare al tempo libero (così fa o farebbe il 68% degli intervistati) o al lavoro extra (32%).
Valore
Eppure, il lavoro da remoto non soddisfa completamente i giuristi d’impresa. A indicarlo come modalità di lavoro preferita in assoluto è solo il 14% dei rispondenti, che sottolinea la flessibilità che riesce a garantire. Per due giuristi su tre si tratta piuttosto di “una modalità che non mi dispiace”, dal momento che “favorisce l’armonizzazione tra vita privata e professionale”.
Tra i detrattori del lavoro a distanza c’è invece il 19% dei giuristi che lo considera utile solo nei casi di emergenze e non in generale. Infine, il 2% del campione dice di non apprezzare affatto il lavoro da casa, ritenendo che complichi ulteriormente il già fragile equilibrio vita-lavoro. (Fig.3)
Guardando al futuro, per un giurista d’impresa su due (53%), la giusta misura di lavoro da remoto è uno-due giorni a settimana. A desiderare di poter lavorare da casa tre-quattro giorni a settimana è il 37% degli intervistati. Più scettico l’8% del campione, che preferirebbe si trattasse di un’evenienza sporadica a cui fare ricorso in casi di necessità. Infine, solo il 2% lavorerebbe da casa tutti i giorni. (Fig.4)
Volendo dare un giudizio di valore all’home working il 47% dei giuristi ritiene che da remoto la produttività migliori. Questa fetta del campione sostiene infatti che da casa riesce a organizzarsi meglio e ha meno distrazioni. Il 27% dei rispondenti, invece, dice di concentrarsi di più in ufficio. Il rimanente 37% non nota particolari differenze sulla produttività.