La D&I è la priorità massima delle direzioni affari legali

Implementare un programma di diversità e l’inclusione (D&I) è la priorità assoluta delle direzioni affari legali.

Lo rivela la ricerca “2021 CLOC State of the Industry” condotta dal Corporate Legal Operations Consortium (CLOC) insieme all’Association of Corporate Counsel (ACC) che raccoglie le interviste di oltre 200 organizzazioni di tutto il mondo.

Ebbene più di sei intervistati su dieci hanno indicato l’investimento sulla D&I come la massima priorità per il 2021, scegliendola tra sette diverse possibilità indicate nella domanda. Il dato è particolarmente interessante soprattutto se rapportato all’edizione precedente della survey che classificava questa stessa risposta al quinto posto tra le altre opzioni disponibili.

Il rapporto non fornisce una spiegazione sul perché questa priorità si sia fatta più urgente nell’ultimo anno, ma basta osservare il mercato legale per notare quanto l’impegno per la promozione della diversità anche tra i fornitori esterni sia diventato centrale per i general counsel. Oltre alle inziative di Coca-Coca, Novartis ed Eni Gas e Luce in Italia, di cui abbiamo parlato più volte su MAG e inhousecommunity.it, nelle scorse settimane anche Vodafone e Nokia hanno annunciato dei programmi specifici per promuovere la diversità negli studi legali che hanno inserito nel panel preferenziale. È una buona notizia, che arriva insieme alle recenti nomine di donne ai vertici delle grandi law firm internazionali (tra cui quelle di Aedamar Comiskey a senior partner di Linklaters, Erin Webber a managing director e president di Littler, Georgia Dawson a senior partner di Freshfields Bruckhaus Deringer e Shauna Clark a global e Us chair di Norton Rose Fulbright).

Il momento è propizio, non resta che sperare che quest’ondata di “potere rosa” si propaghi con maggiore forza anche in Italia…

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