Cerved: perdita posti di lavoro fino a 1,9 milioni di lavoratori

Si stima, a causa degli effetti dell’emergenza sanitaria, una perdita di posti di lavoro che potrebbe arrivare fino a 1,9 milioni di lavoratori, con il tasso di disoccupazione che balzerebbe dal 10% al 17% entro la fine del 2021. Gli investimenti delle imprese potrebbero ridursi di 65 miliardi di euro con conseguenze sulla sostenibilità del nostro Paese, in particolare per la capacità del sistema produttivo di contribuire alla doppia transizione, digitale e ambientale. Una crisi che potrebbe toccare soprattutto il Mezzogiorno, ampliando ulteriormente i divari relativi alla digitalizzazione, alla tutela del territorio, all’inquinamento.

Lo rileva il Rapporto Italia Sostenibile di Cerved che analizza i livelli di sostenibilità nel nostro Paese dal punto di vista economico, sociale e ambientale. L’analisi elabora 280 indicatori per tutte le province italiane, che si aggregano in 20 criteri che, a loro volta, compongono gli indici di sostenibilità economica, sociale e ambientale, la cui sintesi è l’indice di sostenibilità generale.

Per tutte le dimensioni analizzate gli indici evidenziano una forte eterogeneità nel territorio, con 17 province eccellenti, caratterizzate da un livello di sostenibilità elevato ed equilibrato (cluster della solidità), 22 province che viceversa evidenziano forti debolezze nelle tre dimensioni (cluster della fragilità), 28 province che hanno una priorità di sostenibilità economica, 12 con criticità sugli aspetti sociali e 26 province che hanno problemi soprattutto sul profilo ambientale.

Esiste un netto divario tra il Nord e il Sud del Paese, con una forte correlazione tra la dimensione economica e quella sociale e ambientale: le aree con un più robusto sistema produttivo delle regioni settentrionali riescono a garantire ai cittadini occupazione e redditi, con prestazioni di welfare migliori e maggiori investimenti nella tutela dell’ambiente e del territorio.

 

La transizione verde è al centro della strategia di rilancio post-Covid dell’Unione Europea, che ha espresso l’ambizioso obiettivo di un continente a emissioni zero entro il 2050. In questo contesto, la finanza è uno strumento fondamentale, perché con i giusti incentivi può canalizzare le risorse verso progetti sostenibili.

Nell’ultimo anno gli strumenti sostenibili hanno fatto segnare nuovi record, specialmente sul mercato europeo, in termini di asset, flussi e sviluppo di prodotti. Nel corso del 2020 fondi aperti ed Etf (exchange-traded fund) sostenibili operanti in Europa hanno ricevuto 233 miliardi di euro di flussi netti. In Italia, con criteri prudenti, Cerved Rating Agency ha stimato un mercato potenziale per i mini green bond di 7,2 miliardi di euro.

 

Gennaro Di Vittorio

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