Smart working: il 54% delle aziende lo manterrà anche ad emergenza sanitaria conclusa

A emergenza sanitaria conclusa il 54% delle aziende continuerà a utilizzare lo smart working permanentemente. La settimana di lavoro “ideale” sarà non più solo da remoto, ma sarà suddivisa tra 2,6 giorni in presenza e 2,4 “a distanza”. Tornare in ufficio servirà anche a recuperare i rapporti sociali e l’interazione fisica con il proprio gruppo di lavoro, gli aspetti che più sono mancati durante il lockdown.

Sono alcuni degli esiti di una ricerca condotta da Fondirigenti, la Quick survey Smart working 2.0 che raccoglie le risposte di imprenditori, manager, quadri, impiegati di 14mila aziende.

Il lavoro da remoto sarà particolarmente utilizzato dalle aziende che operano nel settore dei servizi. Alcuni comparti, tra cui quello alimentare, trasporti ed energia richiederanno sempre l’impiego in presenza. Rispetto ai ruoli professionali, ad andare più spesso in ufficio saranno i dirigenti (per loro lo smart working si attesta al 40,11% del tempo dedicato).

A fare ricorso allo smart working prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria era il 13% delle imprese. Con il Covid-19 l’utilizzo di questa modalità di lavoro ha subito una forte accelerazione . Ad oggi, infatti, a non averne fatto uso è soltanto il 4% delle aziende.

 

Il presente

Dal punto di vista geografico l’area con il maggior numero di lavoratori in smart working è il Centro Italia (con il 54,8% delle persone e durante il primo lockdown il 67,1%). Seguono il Nord, con il 47,2% dei lavoratori e il Sud con il 43,1%.

Questa modalità di lavoro ha inoltre dei benefici sull’ambiente dal momento che, con il calo degli spostamenti, si contribuisce a una riduzione delle emissioni di Co2 di circa 300 chili a persona l’anno, che si traduce anche in un risparmio per ogni persona di mille euro.

 

 I pro e i contro

Tra gli aspetti positivi del lavoro da casa, i rispondendo all’indagine menzionano la migliore conciliazione vita-lavoro, la maggiore produttività individuale e la superiore facilità al raggiungimento degli obiettivi. Tra i contro invece vengono menzionati: l’assenza di socialità, le difficoltà tecnico-logistiche, il rischio eccessivo di call e di operare senza limiti di orario.

 

 

 

 

Gennaro Di Vittorio

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