Il lavoro da remoto in Italia: i dati di Bankitalia

Bankitalia ha pubblicato una serie di tre studi dedicati al lavoro agile esploso con la pandemia da Covid-19 curati dai ricercatori dell’istituto. Nel settore privato, la percentuale di lavoratori in smart working è aumentata dall’1,4% del secondo trimestre del 2019 al 14,4% dello stesso periodo del 2020. Anche l’interesse per questa modalità da parte dei lavoratori è aumentato notevolmente: da meno di 200mila a 1,8 milioni. Ad essere in modalità agile sono più le donne degli uomini (con una differenza di circa 4 punti percentuali). Dal punto di vista delle imprese, poi,  si è registrato un balzo dal 28 all’83 per cento. A parità di settore, zona e dimensioni, l’utilizzo dello smart working è aumentato soprattutto tra quelle più dinamiche e innovative.

Nel rapporto si legge che gli effetti dello smart working sui lavoratori e sulle imprese del settore privato “sono stati positivi, preservando i livelli salariali e l’occupazione di chi poteva svolgerli” e una sua estensione potrebbe avere “ricadute positive sul mercato del lavoro”. Non solo, i dipendenti del settore privato che hanno fatto ricorso allo smart working durante la pandemia “hanno conseguito una retribuzione mensile più elevata (+6%), per effetto del maggior numero di ore lavorate, e hanno fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni”, rispetto ai colleghi.

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, i lavoratori che hanno svolto il proprio lavoro da casa almeno una volta alla settimana sono passati del 2,4% del 2019 al 33% del secondo trimestre 2020. Nella Pa si è sfiorato il massimo di telelavoro potenziale (33 su 36% dei lavoratori). Anche in questo caso usufruire maggiormente del lavoro da remoto sono state le donne e i lavoratori più istruiti. Il dato è inferiore al potenziale del 36% in ragione ridotte competenze del personale, mentre – si legge – gli investimenti in dotazioni informatiche non hanno inciso. Nella pubblica amministrazione lo smart working avrebbe quindi potuto essere più pervasivo, ma va comunque notato che la quota della soglia di lavoratori da casa in alcuni reparti è stata anche superata: è il caso, ad esempio, dell’istruzione grazie all’adozione forzata e massiva della Dad.

Gennaro Di Vittorio

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