Benessere in azienda? Un must

di ilaria iaquinta

Stare bene a lavoro. Da qualche anno a questa parte è questa la regola d’oro dei lavoratori, complice l’ingresso nelle aziende delle nuove generazioni, molto più attente al tema rispetto a quelle precedenti. Se una volta infatti gli incentivi economici erano più che sufficienti a motivare le persone, si entrava in un’impresa e se ne usciva solo al momento della pensione, oggi il paradigma è mutato radicalmente. Le aziende, che ne hanno preso coscienza, investono sempre di più sul benessere psicologico dei lavoratori, traendone non pochi vantaggi. Intanto, un dipendente felice, studi scientifici alla mano, lavora meglio e di conseguenza contribuisce a migliorare le performance complessive dell’intera organizzazione. Uno scontento, di contro, si ammala più spesso (poiché chi non è felice ha le difese immunitarie più basse), tende ad assentarsi di più e, nei casi più estremi, lascia l’azienda alla ricerca di un altro lavoro. Curare il benessere dai lavoratori aiuta dunque a trattenere i talenti; un’esigenza, quest’ultima, sempre più sentita nelle imprese, che mai come adesso hanno bisogno di investire nelle risorse umane per costruire la crescita futura.

Quello per il benessere dei dipendenti è per le aziende «un investimento su aspetti intangibili, che ha però dei riscontri molto tangibili. Se le persone sono felici creano un clima relazionale più allegro e delle relazioni che le aiutano a essere più performanti e produttive. Ognuno di noi ha al proprio interno due conti correnti da riempire: uno economico e uno emotivo. Le aziende che snobbano quello emotivo dovranno gestire dei collaboratori insoddisfatti che chiederanno aumenti economici pensando che questi potranno placare la loro irrequietudine.  Il più delle volte, invece, sarebbe sufficiente dare il giusto peso anche ai riconoscimenti emotivi», spiega a MAG Luca Mazzucchelli, psicologo, psicoterapeuta e co-founder & direttore scientifico di Mindwork, società italiana per la consulenza psicologica online in ambito aziendale.

L’azienda 

L’azienda, fondata a settembre 2019 insieme al ceo Mario Alessandra, offre un network di professionisti specializzati iscritti all’albo degli psicologi e continuamente formati per fornire supporto qualificato e riservato al benessere personale dei lavoratori delle imprese clienti. Il tutto da remoto e a portata di click, tramite una piattaforma creata ad hoc che consente di scegliere in pochi secondi il professionista dal quale si vuole essere seguiti e organizzare sessioni di consulenza in videochiamata.

Oltre a questo, Mindwork offre «agli hr un supporto concreto per diffondere una cultura del benessere in azienda, tramite dei contenuti divulgativi che possono essere impiegati per fare comunicazione interna e ricordare ai dipendenti che l’azienda per cui lavorano ha messo a loro disposizione questo servizio in più battute e non solo al momento dall’avvio della collaborazione con noi», dichiara Alessandra.

Tra i clienti, Mindwork conta al momento una trentina di imprese con 800-1000 dipendenti, tra cui Invitalia, Linkem e Gruppo Cassa Centrale. «Una crescita per noi interessante considerando che siamo partiti l’anno scorso con due clienti. Al momento abbiamo on board 40 psicologi che lavorano in italiano, inglese, francese, tedesco, polacco e spagnolo; sicuramente ne aggiungeranno almeno altri 20 nel 2021. L’anno prossimo prevediamo di mantenere un trend di crescita sostenuta, sulla scia delle aumentate richieste di supporto degli ultimi mesi», dichiara Alessandra.

 

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(nella foto il team di Mindwork da sx: Mario Alessandra, Silvia Brusatin (sales manager di Mindwork), Helen Nonini (partner di Mindwork), Luca Mazzucchelli)

Gennaro Di Vittorio

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