Willis Towers Watson: l’effetto Covid-19 si vedrà nel 2021

Nel 2020 le retribuzioni in Italia hanno avuto un incremento fisiologico del 2,4% (solo per effetto dei vincoli contrattuali), l’effetto Covid-19 è atteso per il prossimo anno. A rivelarlo è l’Osservatorio Willis Towers Watson sulle politiche di remunerazione condotto su circa 450 aziende medio-grandi con sede in Italia.

Tuttavia anche le previsioni per il 2021 sono, al momento, stabili a una crescita fisiologica delle retribuzioni del 2,5%, confermando il trend degli ultimi tre anni, che vede una fase di rallentamento nel mercato del lavoro. Tenendo in considerazione l’incidenza del tasso di inflazione i valori risultano tuttavia meno omogenei: col -0,2% quest’anno la crescita retributiva reale è stata del 2,6%, mentre per il prossimo, con un tasso all’1%, sono di una leggera flessione all’1,5%.

La situazione italiana

Il dato dell’Italia si rivela in linea col resto d’Europa: nei principali paesi gli aumenti effettivi nominali sono oscillati infatti tra il 2% ed il 2,7%. L’unico paese al di sotto di questa soglia è stata la Svizzera, ma è anche il paese in cui l’inflazione raggiungerà il livello più basso, portando di fatto ad una crescita reale delle retribuzioni del 2,3%. Guardando alla crescita reale, i lavoratori del Belgio risultano i più penalizzati, con un aumento del 2,3%; l’Italia col 2,6% si piazza invece al secondo posto dopo Spagna.

Scendendo nel dettaglio dell’allocazione del budget del personale tra le varie funzioni aziendali solo due tra le principali aree organizzative superano il 10%: Direzione Vendite e Servizio Clienti, inteso come gestione “soft” del cliente. Se si aggiunge anche l’Assistenza Tecnica, il costo del personale di queste due macro aree organizzative supera il 25% del totale. Anche IT e Servizi di Supporto alla Produzione e all’Ingegneria raggiungono insieme quasi il 25%, mentre al Product Development va meno del 2%.

 

Gennaro Di Vittorio

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