Airbnb: il 65% andrà in vacanza per lavorare

C’è chi l’ha già ribattezzato holiday working, ovvero una tendenza che si sta diffondendo come conseguenza alla pandemia da Covid-19.  Il 65% di 2mila lavoratori del terziario, sentiti attraverso un sondaggio commissionato da Airbnb, starebbe infatti pianificando per i prossimi mesi di lavorare da remoto per un periodo di tempo lontano dalla propria residenza.

Questa scelta porterebbe benefici sul piano della produttività e sul benessere psicofisico del lavoratore. A frenare un lavoratore su quattro è solo il costo del trasferimento. Ma la ricerca sottolinea che non è più infatti la trasferta di lavoro a cui ‘attaccare’ la vacanza, ma il viaggio di piacere che si porta con sé il computer per le ormai immancabili videoconferenze: il 78% ha già deciso che combinerà le due cose”.

Appare interessante osservare che 1 ricerca su 2 per soggiorni di oltre 7 giorni su Airbnb è vincolata proprio alla presenza del wi-fi, condizione essenziale per lavorare da remoto (un dato mai stato così alto). Inoltre, il 34% cercherebbe una sistemazione raggiungibile in giornata in automobile dalla propria residenza, meglio se all’interno della stessa regione (20%). Solo il 13% prenderebbe in considerazione un altro paese europeo per lavorare da remoto.

 

Gennaro Di Vittorio

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