La lenta ripresa che dal 2013 ha accompagnato le Pmi italiane si era leggermente arenata ancor prima del Covid-19, che però ha creato uno choc è senza precedenti. In numeri, si parla di una contrazioni dei ricavi del 12,8% nel 2020, con un recupero insufficiente (11,2%) il prossimo anno. Questo è quanto emerge dal nuovo
Rapporto regionale PMI 2020, realizzato da
Confindustria e
Cerved, in collaborazione con
SRM-Studi e
Ricerche per il Mezzogiorno.
Analizzando i bilanci delle Pmi – e simulando l’evoluzione del cashflow – emerge che più di un terzo delle 156mila società analizzate potrebbero entrare in crisi di liquidità prima della fine dell’anno. Non solo, le probabilità di default delle imprese evidenziano un netto aumento della rischiosità, con una quota di società a maggiore probabilità di insolvenza che potrebbe aumentare dall’8,4% al 13,9%. Quindi, la maggiore solidità finanziaria acquisita in precedenza non sarà però sufficiente a reggere l’urto del Covid-19, uno shock mai avvenuto prima che potrebbe trasformarsi in una recessione lunga.
In effetti, la contrazione del fatturato equivale a una perdita di 227 miliardi nel biennio 2020-21 rispetto a uno scenario tendenziale di lenta crescita delle vendite. Nell’ipotesi pessimistica, in caso di nuove ondate del Covid-19, il calo dei ricavi è stimato a -18,1% per l’anno in corso (+16,5% nel 2021), con minori ricavi che sfioreranno i 300 miliardi di euro per le pmi analizzate nel biennio di previsione.