Cerved, l’effetto Covid19 sulle città: Torino, Venezia e Genova le più colpite

Nel 2020 Torino, Venezia, Genova e Cagliari sono le città metropolitane che in termini percentuali risentiranno di più delle conseguenze della pandemia, a causa della sofferenza di settori fondamentali nella loro economia, ovvero automotive, turismo, trasporto marittimo e raffinazione petrolifera.

Questo è quanto emerge da uno studio di Cerved per ANCI (l’Associazione nazionale dei Comuni italiani), che ha analizzato i settori economici più impattati dall’epidemia nelle 14 città metropolitane, che potrebbero perdere tra 244 e 320 miliardi di euro di fatturato nel biennio 2020-21, ovvero quasi la metà del totale nazionale. Tuttavia, nello scenario più soft, perderebbero quest’anno l’11,8% dei ricavi (un po’ meno della media italiana, -12,7%), con un rimbalzo nel 2021 del 10,2% che non riporterebbe però i fatturati ai livelli del 2019 (-2,8%).

Venezia e Torino

Allo stato dei fatti emerge che nel capoluogo veneto il 42,6% dei posti di lavoro è a rischio, mentre quello piemontese ha la maggior concentrazione di attività messe ko dal virus (44,7%), tra cui l’automotive. Al contrario, Catania e Bari, ma anche Bologna e Milano (che però è la più colpita in valori assoluti), sembrano meno esposte alle perdite, sia in uno scenario soft senza ulteriori lockdown, sia in uno scenario hard con altri periodi di chiusura fino a fine anno.

Ovviamente, gli effetti più pesanti riguardano le zone con la maggiore concentrazione di settori gravemente danneggiati, con una perdita di più di un quarto del fatturato nel 2020 (oltre il doppio della media): attività in cui è difficile rispettare le norme di distanziamento, legate alla mobilità o con un forte calo dell’export. La città metropolitana con la più alta quota di fatturato in questi ambiti è Torino (44,7%), seguita da Firenze (37,6%) e Venezia (35,7%).

 

 

I settori

Se a Torino si prevede che l’automotive perderà 6,6 miliardi di euro, Venezia risentirà, invece, del calo della domanda turistica, in particolare nel settore alberghiero (-0,8 miliardi di euro) e del trasporto passeggeri per vie d’acqua interne (-0,4miliardi). Gli alberghi sono il settore più colpito anche a Messina (-0,2 miliardi) e figurano ai primi posti a Napoli (-0,7 miliardi) e a Cagliari (-0,1 miliardi), dove però vanno molto peggio l’automotive (-2,1 miliardi) e la raffinazione petrolifera (-1,5 miliardi). A Firenze il crollo riguarda la pelletteria e valigeria (-2,2 miliardi), a Genova i trasporti marittimi (-2 miliardi), con impatti sulla cantieristica (-0,6 miliardi). A Roma le perdite più consistenti si registrano nella distribuzione di carburanti e combustibile extra-rete (-11,4 miliardi), a Milano, nei concessionari di autoveicoli e motocicli (-7,1 miliardi).

Gennaro Di Vittorio

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