Addio biglietto, a Linate basta lo sguardo

Immaginate di poter impiegare solo dieci minuti dall’arrivo in aeroporto al momento in cui vi ritrovate comodamente seduti al vostro posto all’interno dell’aereo. Niente lunghe code ai controlli di sicurezza. Niente fastidiose attese agli imbarchi. Sembra un sogno? Nello scalo meneghino di Linate è realtà. Anche se, al momento, non per tutti i viaggiatori. Dallo scorso 30 gennaio i passeggeri premium di Alitalia (cioè quelli che hanno già i requisiti per accedere al fast-track, il varco riservato che consente un accesso rapido ai controlli di sicurezza) che volano a Roma Fiumicino possono utilizzare il sistema di riconoscimento biometrico face boarding che riduce all’osso i tempi di permanenza in aerostazione. La società che gestisce il sistema aeroportuale milanese Sea ha infatti avviato un progetto pilota fino al 31 dicembre 2020 con l’ex compagnia di bandiera italiana che consente ai passeggeri che vogliano usufruire del servizio, di poter raggiungere l’aeromobile esibendo semplicemente il proprio volto. A usarlo finora un migliaio di persone. Si tratta di un progetto innovativo che è attualmente in fase di sperimentazione anche in diversi scali in Europa, tra cui Amsterdam, Londra, Barcellona e Roma Fiumicino.

Come funziona

Il face boarding permette di accedere fin dentro all’aeromobile attraverso il riconoscimento facciale, senza mostrare né carta d’imbarco né documento d’identità. All’arrivo a Linate, i passeggeri che vogliono usufruirne (il servizio non è obbligatario) devono registrarsi presso gli appositi totem nell’area partenze. Una volta accettata l’informativa privacy e prestati i consensi per il trattamento dei dati personali, la macchina rileva il dato biometrico dell’utente attraverso una foto e lo associa a un documento di riconoscimento elettronico e alla carta di imbarco. A questo punto, il passeggero userà il volto per superare i tre checkpoint che lo separano dall’areomobile (il primo nell’area che precede immediatamente i controlli di sicurezza, il secondo al metaldetector e l’ultimo all’imbarco). «La funzionalità del sistema è duplice – racconta a MAG Pierluigi Zaccaria, head of legal affairs di Sea –. C’è anzitutto un tema di comodità per il viaggiatore a cui si offre un’esperienza più agile e veloce. E c’è, in secondo luogo, un tema di sicurezza poiché la macchina riconosce che il documento non sia falso e dà maggior certezza del fatto che chi detiene la carta d’imbarco sia effettivamente l’intestatario della stessa. Al momento, infatti, chi ha fatto il check-in online può arrivare nella zona sterile (la parte air side che sta oltre i controlli di sicurezza) con un biglietto valido. Il controllo del documento viene fatto solo al momento dell’imbarco».

 

I profili giuridici

Il progetto, seguito con la collaborazione di Alitalia, ha richiesto alla direzione affari legali di Sea, una lunga e complessa analisi giuridica, soprattutto dal punto di vista privacy. Al dossier ha lavorato il team in house di Sea con Zaccaria, la legal counsel Laura Crudele e la data protection officer Maria Liguori, insieme allo studio Portolano Cavallo, che ha agito con la socia Laura Liguori, il counsel Giulio Novellini e l’associata Eleonora Curreli. Per Alitalia sono stati impegnati la responsabile della funzione privacy Ada Fiaschi, la vice president corporate governance & regulatory Vanessa Del Sole e il general counsel Paolo Quaini e lo studio Carnelutti con il partner Stefano Mele e il legal counsel Matteo Sironi.

 

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Gennaro Di Vittorio

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