CLOs e general counsel sempre più dentro il business: i trend degli uffici legali in house

Anche nel 2020 le sfide della compliance, della privacy e della cyberseucrity rimangono tra le priorità delle aziende, ed è su questi temi che saranno messe alla prova le abilità dei chief legal officers (clo), sia come legali che come business strategists.

Sono alcuni degli assunti confermati dal 2020 Acc Clo Survey, che ha raccolto le testimonianze di oltre mille general counsel e clo in 47 paesi.

Sempre più coinvolti nella definizione delle strategie aziendali: l’80,2% degli intervistati riportano direttamente al ceo (15 punti percentuali di rialzo rispetto al 2018), il 76% partecipa alle riunioni del CdA e il 73% di questi conferma di essere “quasi sempre” interpellato nelle decisioni riguardanti il business.

Continua a crescere la funzione delle legal operations: il 53,8% degli uffici legali in house impiega almeno un professionista delle legal operations, e il 10% dei rispondenti punta ad ampliare questa specifica funzione nel prossimo anno. Per quanto riguarda le strategie dei clo, l’outsourcing dei servizi rimane una componente indispensabile: la maggioranza di questi si aspetta mantenere stabile o addirittura di incrementare il ricorso a studi legali esterni.

La preoccupazione più grande? Per il 60% degli intervistati è la sicurezza dei dati aziendali. Sul fronte tech, più della metà dei clo si avvale di tecnologie all’avanguardia, e il 69% dei professionisti si aspetta un’accelerazione dello sviluppo delle intelligenze artificiali in ambito legale nel prossimo futuro. Anche per prepararsi a questi sviluppi e per far fronte alle esigenze di sicurezza, le iniziative più diffusamente intraprese dagli uffici legali nell’ultimo anno hanno riguardato la revisione dei processi di lavoro (57,6% delle aziende intervistate) e l’incremento del ricorso a soluzioni legaltech (49,7%).

 

Gennaro Di Vittorio

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