Imprenditoria al femminile: Usa sul podio, Italia 45esima

Sempre più donne si mettono “in proprio”, riuscendo con successo a superare stereotipi e discriminazioni e a far prosperare il proprio business. Lo testimonia anche lo studio Mastercard Index of Women Entrepreneurs (Miwe) 2019, che, basandosi su dati di Unesco, Organizzazione internazionale del lavoro e Global Entrepreneurship Monitor sui mercati di 58 Paesi (che raccolgono l’80 % della forza lavoro femminile), ha inoltre stilato la classifica dei paesi più favorevoli alle donne imprenditrici. Tra i fattori presi in considerazione per determinare i punteggi, la progressione di carriera delle donne, le possibilità di accesso alla finanza e i fattori a sostegno dell’imprenditoria femminile.

Gli Stati Uniti guidano per la prima volta la classifica, seguiti a ruota dalla Nuova Zelanda e dal Canada. Seguono, a completare la top ten, Canada, Israele, Irlanda, Taiwan, Svizzera, Singapore, Regno Unito e Polonia.

Interessanti anche i dati sui tassi di imprenditorietà femminile rispetto al totale dell’impresa nazionale. Non sono infatti, in questi casi, i paesi ricchi e ipersviluppati a primeggiare, indizio che porta a pensare che si tratti di imprenditrici “di necessità”: guidano la classifica infatti l’Uganda, il Ghana e il Botswana, rispettivamente con il 38,2%, il 37,9% e il 36% di imprenditrici donne. Seguono a breve distanza gli Stati Uniti con il 35,1%. Più distaccati, con percentuali dal 31,8% in giù, Nuova Zelanda, Russia, Malawi, Australia, Angola e Portogallo.

Ancora molto da fare per l’Italia. Il nostro Paese si piazza al 45° posto, dietro molti altri paesi europei, nella classifica dei migliori mercati per le imprenditrici donne. Siamo invece al 31° posto per tasso di iniziativa imprenditoriale “rosa”, con il 25,2% del totale nazionale.

Gennaro Di Vittorio

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