In2Law, salto triplo
Parola d’ordine: triplicare, per il 2020, risorse e fatturato. Un obiettivo ambizioso quello della startup che offre servizi legali in outsourcing In2law, ma coerente con la crescita registrata dal 2016, anno di fondazione, a oggi.
«Finora il volume d’affari si è moltiplicato per tre di anno in anno, quindi speriamo di continuare il trend anche nel 2020. Abbiamo chiuso l’ultimo esercizio fiscale a quota un milione, per il prossimo puntiamo ad arrivare a tre. Quanto alle persone, ce ne servono almeno il triplo in più rispetto ad adesso (la struttura conta al momento 50 professionisti, ndr) così da sostenere il ritmo delle richieste dei clienti», racconta a MAG Marco Pietrabissa, general manager e co-founder, insieme a Sibilla Ricciardi, ceo e co-founder, di In2law (nella foto).
«Se quando abbiamo iniziato i clienti ci guardavano come fanno con uno studio legale, oggi arrivano da noi e non cercano più un’alternativa alla law firm, ma un servizio diverso, quello di un “in house counsel on demand”. Hanno finalmente compreso il nostro modello», aggiunge Ricciardi.
Il modello è semplice: offrire giuristi d’impresa on demand. Non semplicemente avvocati d’affari (come avviene per i secondee degli studi legali di cui abbiamo parlato su MAG 128), ma ex in house counsel, chiamati “in2lawyers”, che vadano a occuparsi dei servizi legali di un’azienda che non vuole o non può strutturarsi con un ufficio legale interno per un periodo di tempo più o meno lungo. Si tratta di professionisti che, avendo esperienza in house pregressa, conoscono le dinamiche e il linguaggio aziendale e hanno una specializzazione di settore, più che di materia giuridica.
Se l’offerta in questi tre anni è rimasta la stessa, le modalità di erogazione del servizio si sono evolute…
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