Avvocati: stop al superlavoro

Uscire alle 18 da lavoro? Impensabile per un avvocato (certo, lo è un po’ per tutti nel mondo di lavoro di oggi, ma come sapete noi ci concentriamo soprattutto sugli avvocati). Lo sguardo di chiunque, anche quello dell’ultimo dei colleghi, si poserebbe rigoroso su colui o colei che con coraggio osasse ad alzarsi dalla sua scrivania anche solo alle 18.01 per andare incontro alla vita. La vita sì. Perché la vita è anche quello che c’è dopo il lavoro.

Ma attenzione perché qualcosa potrebbe cambiare per una delle categorie più penalizzate da questo modus operandi: i più giovani. In Australia gli studi legali dovranno presto tenere traccia del numero di ore lavorate dagli avvocati più junior e dai paralegal per garantire loro una remunerazione adeguata e, laddove necessario, gli straordinari. Una regolamentazione che, approvata dalla Fair Work Commission (il tribunale australiano per le relazioni industriali creato dal Fair Work Act 2009 come parte delle riforme del governo Rudd alle relazioni industriali in Australia), entrerà in vigore il prossimo marzo e coinvolgerà un gruppo di 20 grandi studi legali (tra cui King & Wood Mallesons, Ashurst e Herbert Smith Freehills).

Cosa accadrà nel concreto è tutto da vedere, così come lo è se quanto accadrà in Australia avrà una qualche propagazione a livello internazionale. Sicuramente la ratio di questo provvedimento va verso un cambiamento epocale del mercato dei servizi legali, basato sul superlavoro e sullo sfruttamento dei giovani.

Certo, la concorrenza è dura, soprattutto oggi che si lavora con il mondo intero e che è necessario gestire fusi orari diversi. Ma questa sola vita abbiamo… E per quanto la passione per il nostro lavoro lo renda un punto centrale delle nostre esistenze poi c’è il resto. L’arte, lo sport, la famiglia, gli amici. Investire su di sé, fermarsi a riflettere, godersi le cose, ma anche affrontare le difficoltà richiede tempo. Tempo che tutto il denaro del mondo non può comprare.

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Gennaro Di Vittorio

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