Diversità e professione legale: dagli Usa un fondo per spostare l’ago della bilancia
Diversità e inclusione assumono sempre più importanza nel mondo dei servizi legali. Già a inizio anno avevamo parlato (nei numeri 116 e 119 di MAG) delle lettere aperte firmate da gruppi di general counsel, prima in America e poi in Europa, con la richiesta agli studi legali prestare maggiore attenzione ai temi della diversità e dell’inclusione. L’argomento torna adesso alla ribalta a seguito di una nuova iniziativa, targata Usa e dal nome indicativo “Move the Needle Fund” (MNF).
Per spostare l’ago della bilancia verso una professione più diversificata quattro law firm (Eversheds Sutherland, Goodwin, Orrick e Stoel Rives) e 26 general counsel di grandi aziende (tra cui, per citarne alcune, Ford Motor, Starbucks Coffee, eBay, Pfizer, Bloomberg, Hp, Intel e Uber) hanno creato un fondo, attualmente da 5 milioni di dollari, e un “laboratorio sperimentale” per progettare e testare congiuntamente iniziative innovative per i prossimi cinque anni.
Nonostante diversi studi legali e aziende siano impegnate da tempo in programmi che favoriscano l’inclusione, i frutti raccolti finora sono poco soddisfacenti e c’è ancora tanta strada da fare. Di questo passo, secondo le stime di AML Intelligence, ci vorranno altri 37 anni prima che nei 200 maggiori studi legali americani la percentuale di donne rifletta il numero di laureate in giurisprudenza (attualmente al 50%) e 64 anni per le minoranze razziali.
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