Team in house sempre più propensi a investire nell’AI
L’intelligenza artificiale è ufficialmente una delle priorità degli avvocati in house. Due giuristi d’impresa su tre prevedono infatti per il 2019 di spendere di più, rispetto allo scorso anno, in software di intelligenza artificiale.
A rivelarlo è la terza survey annuale di OpenText – gruppo attivo nel comparto della gestione delle informazioni aziendali – in collaborazione con Ari Kaplan Advisors, che ha intervistato alcuni professionisti che lavorano all’interno delle direzioni legali delle Fortune 500 and 1000.
Il 34% dei legali interni che ha partecipato alla ricerca ha dichiarato di utilizzare già diversi strumenti di AI all’interno del proprio dipartimento legale (un dato in crescita del 23% rispetto al 2017) e il 66% pensa di incrementare il budget di spesa destinato a questi tool per l’anno in corso. Intelligenza artificiale, cloud e sicurezza sono infatti le tre grandi priorità del momento menzionate dagli uffici legali. Aree rispetto alle quali i legali interni ritengono le proprie aziende abbiano già fatto grandi passi avanti e continueranno a farne.
I risultati dell’indagine mostrano una sempre maggiore convergenza tra diverse discipline ed evidenziano come, di conseguenza, le responsabilità che rientrano nello spettro dell’ufficio legale si stiano allargando. Tra queste, l’ideazione insieme ai tecnici della materia, di una strategia IT che sia in grado di rispondere rapidamente agli eventuali rischi di contenzioso; oppure l’affiancamento ai team preposti alla sicurezza per la messa a punto di risposte alla violazione dei dati. In termini di sicurezza, ad esempio, il 91% dei rispondenti crede nella forte influenza dell’ufficio legale nei processi decisionali, mentre il 49% ritiene che il team legale sia ancora più coinvolto nelle questioni che riguardano l’information security.
Difficile dire se sia davvero pace fatta tra i legali e l’IA. Ma al di là dell’adozione o meno di nuove tecnologie, mi pare che qui, l’evidenza maggiore sia piuttosto un’altra: l’evoluzione della professione è continua e la volontà di adattarsi a nuovi scenari e ai nuovi modelli di lavoro è forte. Voi che ne pensate?