Allianz: i rischi maggiori per le aziende sono cyber
Il rischio cyber è una delle principali preoccupazioni per le imprese. Complici le grandi violazioni di dati e scandali sulla privacy, le interruzioni it e l’introduzione di norme più severe in materia di protezione dei dati nell’Unione europea e in altri Paesi.
A rivelarlo è il secondo il rapporto Allianz Risk Barometer 2019 realizzato da Allianz Global Corporate & Speciality (AGCS). L’indagine annuale sui rischi aziendali condotta a livello mondiale comprende le opinioni di 2.415 esperti provenienti da 86 Paesi, tra cui ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi.
Dai dati raccolti emerge infatti che gli incidenti informatici e l’interruzione di attività (BI) sono i principali rischi per le aziende a livello mondiale, indicati a pari merito dal 37% del campione.
«Il rischio informatico è stato importante per molti anni, ma come ogni nuovo rischio ha dovuto confrontarsi con il basso grado di consapevolezza -commenta i dati Marek Stanislawski, deputy Global head of cyber, AGCS – Siamo arrivati a un punto in cui il cyber è altrettanto preoccupante per le aziende quanto le loro principali esposizioni tradizionali».
La criminalità informatica costa ora circa 600 miliardi di dollari all’anno, contro i 445 miliardi del 2014. Tutto questo a fronte di una perdita economica media decennale per catastrofi naturali di 208 miliardi. Mentre l’attività criminale utilizza metodi sempre più innovativi per entrare in possesso di dati, commettere frodi o estorcere denaro, c’è anche una minaccia informatica crescente da parte di stati sovrani e gruppi di hacker che prendono di mira i fornitori di infrastrutture sensibili o sottraggono dati preziosi o segreti commerciali alle aziende. È sempre più probabile che gli incidenti cyber scatenino cause legali, comprese le “class action”. Le violazioni dei dati o le interruzioni IT possono generare grandi responsabilità verso i terzi in quanto i clienti o gli azionisti interessati cercano di recuperare le perdite dalle aziende.
I cambiamenti climatici (8° posto con il 13% delle risposte) e la carenza di manodopera qualificata (10° posto con il 9% delle risposte) sono i rischi cresciuti maggiormente a livello globale. Allo stesso tempo le aziende sono più preoccupate rispetto all’anno precedente per i cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (4° posto con il 27% delle risposte), a causa degli impatti come la Brexit, le guerre commerciali e le tariffe.
Concentrandosi sull’Italia, i principali rischi aziendali percepiti sono l’interruzione di attività (al 1° posto con il 47% delle risposte), i rischi cyber e le catastrofi naturali (entrambi al 2° con il 38% delle risposte). La mancanza di qualità, difetti seriali, richiamo di prodotti entra quest’anno in classifica a livello locale, posizionandosi direttamente al 4° posto.
I rischi di minacce informatiche e di interruzione di attività sono sempre più interconnessi, in quanto gli attacchi di ransomware o le interruzioni accidentali dell’it comportano spesso un blocco delle operazioni e dei servizi che costano centinaia di milioni di dollari. Le aziende identificano negli incidenti cyber la principale causa di danni da interruzione delle attività (50% delle risposte), seguito da incendi (40%) e catastrofi naturali (38%). Allo stesso tempo, la BI è considerata la principale causa di perdite finanziarie per le aziende dopo un incidente informatico (69% delle risposte).