Legal tech: ecco cosa vogliono i general counsel

Si chiama digital disruption e altro non è che la rivoluzione digitale che sta cambiando profondamente i modelli di business e le strategie aziendali. Una trasformazione che è già realtà anche nel mondo dei servizi professionali e che sta investendo anche l’universo legale in house.

L’innovazione gioca infatti ormai un ruolo chiave negli uffici legali e nel nostro Paese un numero sempre maggiore di general counsel e direttori affari legali ha scelto di introdurre nuove tecnologie per facilitare la gestione di diverse attività e agevolare il lavoro sotto diversi aspetti.

L’attenzione alle legal tech da parte di alcune direzioni affari legali ha raggiunto un livello tale per cui l’automatizzazione è “su misura” viene costruita sulla base delle esigenze dei giuristi e tiene conto dell’interazione con i propri clienti interni. È così che si diffondono strumenti di knowledge managemento di collaborazione tra colleghi per arricchire il lavoro del team, fruizione di template standardizzati, gestione del tempo per mappare il lavoro dei professionisti e mostrarne ai vertici il valore aggiunto, e-signature per firmare elettronicamente contratti e documenti e amministrazione di fatture e pagamenti.

Ma non finisce qui. Alcuni uffici legali iniziano a testare applicativi di intelligenza artificiale, ad esempio per la comparazione dei contenuti e dei contratti, e di machine learning per la gestione di richieste base che potrebbero pervenire dalle altre funzioni aziendali. In più, la previsione di investimento in legal tech, per questo e per i prossimi esercizi fiscali di diverse aziende, è in crescita. La digital disruption negli uffici legali è dunque un processo in divenire.

È quanto emerge dalla tavola rotonda “Focus general counsel” della seconda edizione del Digital Legal Day tenutasi lo scorso 13 novembre a Milano, organizzata da Dla Piper e la Camera di commercio italo-geranica, che ha visto la partecipazione del direttore affari legali di IBM Italia Alessandra Bini, della senior legal counsel di Dell Elisa Dencheva, della legal lead major EMEA di Cisco VanessaGiusti, del direttore affari legali di Microsoft Italia Elisa Liberale e della EMEA litigation manager di Hp Laura Pavese.

In questo contesto, che tipo di servizi innovativi si aspettano i general counsel dagli avvocati esterni? In fase di scelta del consulente, quanto conta per loro un’offerta di innovazione? È tra i criteri di selezione? Sempre di più le aziende apprezzano il mindset innovativo – concordano le general counsel coinvolte nella conversazione – che è, per chi opera nei comparti IT o TMT, uno dei requisiti fondamentali di una firm. Inoltre, «conta parlare lo stesso linguaggio, che non è necessariamente giuridico ma anche di digitalizzazione. Una comunanza che va dall’utilizzo dello stesso strumento, all’essere in sintonia sui temi e le modalità di condivisione tipiche che si hanno in azienda e che spesso coi consulenti esterni, appaiono come più farraginose», aggiunge Giusti.

In termini di strumenti, sono molto apprezzati quelli in grado di efficientare la gestione del tempo. «Chi lavora in azienda deve fare quotidianamente i conti con…

CLICCA QUI PER SCARICARE GRATIS LA TUA COPIA DI MAG E CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO

Gennaro Di Vittorio

SHARE