Aumenta l’incertezza e crolla l’ottimismo dei cfo italiani che, dopo un inizio anno positivo, risentono notevolmente dei cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi nel contesto politico-economico sia locale che estero.
A rivelarlo sono gli esiti della CFO Survey di Deloitte presentata a Bruxelles il 17 ottobre in occasione della nuova edizione dello European Economic Policy Forum, iniziativa nata da un progetto dell’Italian Public Policy Program di Deloitte in partnership con Confindustria e il Gruppo di Iniziativa Italiana di Bruxelles.
Nella seconda metà del 2018 i dati raccolti da Deloitte registrano un ottimismo al minimo storico: -4% (-29 punti percentuali rispetto alla prima metà dell’anno). La situazione è talmente tesa che anche l’incertezza relativa al futuro delle nostre aziende raggiunge un picco del 63%, il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni nel 2015.
A preoccupare i cfo sono alcuni rischi che nelle scorse rilevazioni erano passati in secondo piano: il timore per l’introduzione di nuovi oneri regolamentari, che interessa il 44% dei direttori finanziari; il timore per una situazione di instabilità politica (vissuto dal 42% del campione), conseguente a molteplici fattori tra cui il crescente protezionismo e il risultato delle elezioni politiche tenutesi a inizio 2018, le preoccupazioni legate a una possibile contrazione della domanda (comuni al 25% degli intervistati); la paura di una recessione economica globale e la contrazione della domanda interna, che riguardano il 25% degli intervistati.
Un cenno positivo è rappresentato dalle intenzioni di investimento: il 29% dei CFO italiani continua a prevedere di aumentare gli investimenti nei prossimi 12 mesi.
In particolare, l’intenzione di investire nella digitalizzazione delle proprie aziende è alta: si tratta infatti della seconda strategia più adottata dai CFO italiani per il prossimo anno, seconda solo alla riduzione dei costi.