LinkedIn: il successo è un’utopia per 1 italiano su 5
Il successo è un’utopia. Un’aspirazione irrealizzabile per i professionisti sentiti da LinkedIn per la ricerca This Is Success, dedicata a comprendere come, in un mondo iper-connesso, nel quale il time management acquisisce sempre di più un connotato di necessità, le nuove generazioni di lavoratori interpretino il concetto di raggiungere la propria soddisfazione personale e professionale.
L’analisi, condotta da YouGov tra ottobre e novembre 2017, su un campione di oltre 18 mila intervistati presenti in 16 Paesi, tra cui anche Italia, Francia, Australia, Inghilterra, Stati Uniti e altri, ha rivelato come a livello globale la definizione di successo, nella maggior parte dei casi, corrisponda principalmente all’essere felici (73%), allo stare bene (70%) e al passare del tempo con la propria famiglia (56%), relegando quindi gli aspetti più propriamente collegati all’ambiente lavorativo, come ottenere promozioni (39%), avere uno stipendio a sei zeri (24%), ricevere un aumento (21%) o guadagnare più dei propri amici (11%), nelle ultime posizioni della classifica.
Un aspetto questo che sottolinea come in tutto il mondo, ormai, i lavoratori stiano abbandonando sempre di più l’idea, anni ’80 e ’90, che faceva corrispondere l’apice del proprio successo con la propria posizione professionale, spostando il focus su aspetti più importanti della sfera personale di ognuno. In Italia (dove il campione di intervistati è stato di 1.009), in modo particolare, gli oltre mille lavoratori intervistati hanno confermato questa tendenza ponendo, però, lo stare bene al primo posto nella loro definizione di successo (69%), seguito dall’essere felici (67%) e dall’avere un buon equilibrio tra vita privata e professionale (53%). In fondo a questa speciale classifica gli italiani hanno poi inserito nelle ultime posizioni il guadagnare più dei propri amici (4%) e ottenere un aumento (13%). A dimostrazione di come questi aspetti abbiano un impatto sempre minore sulla soddisfazione dei professionisti moderni, decisamente più interessati alla ricerca della felicità.
Quando però si chiede loro se pensino di avere successo, il 41% dei lavoratori del Belpaese risponde negativamente e addirittura, il 38% non sa se riuscirà mai a ottenerlo. Di questi, uno su cinque (20%) afferma inoltre che non lo raggiungerà mai e solo il 15% prevede di raggiungere il successo che desidera nei prossimi cinque anni. Sotto questo profilo gli uomini (44%) hanno un approccio più positivo rispetto alle donne (42%). I millennial, infine, sembrano essere i più sognatori e, nonostante più di uno su due (59%) creda di non avere ancora raggiunto il successo, quasi uno su quattro (24%) è convinto di raggiungerlo nei prossimi cinque anni.
Prospettive, queste, che pongono i professionisti contemporanei in grande difficoltà a tal punto che la maggior parte di loro, sia a livello nazionale (31%) che internazionale (28%), vorrebbe che la società oggi desse meno valore al concetto di successo. La pressione dovuta alla difficoltà nel raggiungerlo o renderlo riconosciuto, unita al rischio di non ottenerlo mai, infatti, potrebbe rendere in particolare i talenti italiani infelici (31%), come se stessero fallendo (30%) o peggio ancora depressi (25%). Per questo molti di loro (61%) sono convinti che il successo abbia molti differenti significati a detta di chi lo definisce e, nella maggior parte dei casi, questi sembrano non comprendere l’ambito professionale.
Nonostante questo,la maggior parte dei professionisti italiani si trova d’accordo nello stabilire che il principale elemento che porta al successo sia la formazione scolastica (78%), seguita dal tipo di professione scelta (58%), dal modo di vestire (49%), dalla città in cui si vive (45%), dall’età (41%) e dal sesso (37%).