Mercato in house verso la svolta

Il mercato dei giuristi d’impresa vive un momento di grande fermento. Nell’ultimo anno, sono infatti aumentate considerevolmente le opportunità di lavoro all’interno degli uffici legali, soprattutto per i professionisti di media seniority. Malgrado questa crescita, tuttavia, le remunerazioni dei legali d’azienda sono rimaste invariate ai livelli degli scorsi anni.

A rivelarlo è l’In-house & private practice salary guide & market report 2018, la ricerca annuale, giunta ormai alla sua terza edizione, realizzata dalla società di headhunting Taylor Root in collaborazione con l’associazione italiana giuristi d’impresa (Aigi) sul mercato dei servizi legali italiano. La survey ha coinvolto oltre 3mila professionisti (il 64% dei quali è membro Aigi) che lavorano per società e multinazionali italiane e straniere.

Crescono le assunzioni

In termini di assunzioni, infatti, dopo la frenata registrata a inizio 2017, le attività di recruitment di giuristi d’impresa hanno virato verso una ripresa soddisfacente a inizio 2018. Questo trend positivo, secondo gli esperti di Taylor Root, è destinato a continuare anche nel futuro prossimo.

In particolare, le attività di ricerca e selezione hanno interessato professionisti di media seniority, chiamati a sostituire altri giuristi o, in alcuni casi, a occupare nuove posizioni. «Sono proprio questi i ruoli su cui si misura il dinamismo del mercato e non su quelli dei general counsel. Questi ultimi occupano infatti posizioni apicali, le cui dinamiche sono indipendenti dall’andamento della piazza. Mentre i livelli mid-junior sono indicativi dei processi di strutturazione o ricambio di un team», spiega a MAG Nicoletta Ravidà, head of Southern Europe di Taylor Root.

Tra le figure più ricercate dalle aziende, ci sono soprattutto quelle generaliste, oltre che qualche specialista di compliance e data privacy. In particolare, rispetto a queste ultime, nota Ravidà che «molte aziende hanno puntato, almeno fino a oggi, su professionisti di seniority medio-bassa. È come se mancasse loro la percezione dell’importanza delle funzioni privacy e non capissero ancora quanto siano effettivamente necessarie o meno nei loro casi specifici».

Budget limitati

In generale, l’attenzione ai costi da parte delle aziende rimane molto alta e, in alcuni casi, i budget destinati alla funzione legale, non solo sono inferiori rispetto ai prezzi di mercato ma, corrispondono addirittura a quelli di dieci anni fa.

Ne risulta che domanda e offerta faticano a incontrarsi: un numero sempre maggiore di proposte viene rifiutato, scatenando così una delusione nelle aziende, già poco soddisfatte per via della dilatazione dei tempi dei processi di selezione. Un’impasse che, secondo Ravidà, si potrà superare quando le società si adegueranno alle nuove richieste dei giuristi in cerca di un nuovo lavoro. «L’azienda ha un meccanismo molto lento di riforma quindi prima che la macchina delle risorse umane riveda il budget legale ci vorrà tempo, ma, a tendere, le proposte per i candidati saranno sempre più adeguate alle loro aspettative. Ci sposteremo verso un mercato guidato dall’offerta e non più dalla domanda», aggiunge la professionista.

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Gennaro Di Vittorio

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